-Ex Segretario al Commercio avverte che gli USA sono diretti verso la recessione-
L'ex Segretario al Commercio Wilbur Ross ha avvertito di un'imminente recessione negli USA a causa degli effetti persistenti degli stimoli legati alla pandemia. Mentre Wall Street mantiene una prospettiva più ottimistica, citando un PIL forte e una bassa disoccupazione, Ross sostiene che l'economia è stata gonfiata artificialmente dai 5 trilioni di dollari di stimoli. Indica l'inflazione, gli alti prezzi al consumo e l'eccessiva dipendenza dai lavori governativi come indicatori di una recessione imminente.
Wilbur Ross prevede la recessione negli USA
L'ex Segretario al Commercio Wilbur Ross ha avvertito in un'intervista con Bloomberg la scorsa settimana che gli USA si stanno muovendo verso una recessione a causa degli effetti economici degli stimoli legati alla pandemia. La previsione di Ross contrasta con la visione generalmente più ottimistica di Wall Street, dove molti analisti ritengono che gli USA possano evitare una recessione poiché il prodotto interno lordo (PIL) continua a crescere e la disoccupazione rimane bassa.
Tuttavia, Ross rimane pessimista, sostenendo che l'economia sta ora scendendo da uno stato di sostegno artificiale. Attribuendo l'imminente recessione alla risposta del governo alla pandemia, in particolare ai 5 trilioni di dollari in misure di stimolo, ha osservato:
Penso che gli Stati Uniti si stiano dirigendo verso un periodo di recessione probabilmente molto mite, e questo non dovrebbe sorprendere troppo. È stato sostenuto artificialmente da tutte le grandi situazioni che hanno prevalso e da tutto quel denaro che è stato pompato nell'economia dopo il Covid. Penso che abbiano esagerato.
Ha inoltre sottolineato che la maggior parte dei fondi di stimolo sono stati spesi rapidamente dagli americani, portando a un forte aumento della domanda senza un corrispondente aumento dell'offerta. Questa, ha detto, è stata una causa primaria dell'inflazione.
Ross ha anche osservato che la forza del mercato del lavoro è stata in parte distorta dall'aumento dei posti di lavoro governativi, stimando che circa il 30%-40% dei posti di lavoro post-pandemia fosse correlato a iniziative governative. Egli ritiene che ciò abbia distorto la vera ripresa economica.