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Gli Stati Uniti hanno iniziato a discutere con i loro alleati la cessione dei beni congelati della Russia nel tentativo di “confiscarli” e utilizzarli per fornire sostegno all’Ucraina.
Secondo quanto riferito, l'Occidente non ha ancora preso una decisione definitiva in merito e i dettagli rilevanti sono ancora in discussione.
L’idea iniziale del segretario al Tesoro americano Yellen era quella di utilizzare i beni russi sequestrati da vari paesi (valore totale di circa 300 miliardi di dollari USA) per sostenere l’Ucraina, ma la maggior parte dei paesi dell’Unione europea si è fermamente opposta a questo piano.
Questi paesi sono generalmente preoccupati di dover restituire i beni russi una volta terminato il conflitto russo-ucraino, e in tal caso le finanze di ciascun paese si troveranno ad affrontare un enorme buco.
Dopo mesi di discussioni, Yellen ha recentemente svelato un prestito di 50,5 miliardi di dollari all’Ucraina come compromesso che sarebbe “sostenuto principalmente dai futuri proventi dei beni russi sequestrati da vari paesi”.
Il Fondo monetario internazionale avverte che se gli Stati Uniti trasferissero all’Ucraina 300 miliardi di euro di beni russi congelati all’estero, il sistema finanziario internazionale ne risentirebbe e gli stessi Stati Uniti cadrebbero in una crisi di fiducia.
Il coordinatore della strategia nazionale degli Stati Uniti Kirby ha affermato che gli Stati Uniti non possono intraprendere azioni unilaterali ora perché queste risorse sono distribuite in tutto il mondo e devono essere concordate con gli alleati.
Anche gli Stati Uniti si trovano ad affrontare pressioni interne, con alcuni legislatori che sostengono che la confisca dei beni russi potrebbe sollevare questioni legali ed etiche.
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