L’Arabia Saudita disinvesterebbe dalla Cina se gli Stati Uniti lo chiedessero, ha affermato il capo del fondo di investimento del paese per i semiconduttori e la tecnologia AI.

Il fondo AI dell’Arabia Saudita si ritirerà dalla Cina

Finora le richieste americane erano di mantenere le catene di fornitura e la produzione completamente segregate, ma se la collaborazione con la Cina diventasse un problema per gli Stati Uniti, disinvestiremo, ha affermato Amit Midha, amministratore delegato di Alat, che è una società di investimenti ed è sostenuto dal Fondo di investimento pubblico con un capitale di 100 miliardi di dollari.

Si dice che gli Stati Uniti stiano costruendo l’industria dei semiconduttori dell’Arabia Saudita, e i suoi funzionari hanno già detto ai sauditi che devono fare una scelta chiara tra la tecnologia americana e quella cinese durante il dialogo sulle sfide dei titoli nazionali, secondo Bloomberg.

Durante la conferenza del Milken Institute in California, Midha ha detto:

“Cerchiamo partnership affidabili e sicure negli Stati Uniti”.

Lo ha sottolineato anche lui.

“Gli Stati Uniti sono per noi il partner numero uno e il mercato numero uno per l’industria dei chip e dei semiconduttori”.

Fonte: Bloomberg.

L’Arabia Saudita al momento si sta concentrando su un ruolo di leadership nella tecnologia all’avanguardia nella regione costruendo data center, sviluppando società di intelligenza artificiale e producendo chip di silicio.

Gli Stati Uniti stanno rafforzando il controllo sulla regione

Nel novembre dello scorso anno, l’amministrazione Biden ha costretto Aramco, con sede in Arabia Saudita, a vendere la propria partecipazione in una startup di chip AI finanziata anche da Sam Altman, CEO di OpenAI. La startup della Silicon Valley chiamata Neuromorphics sta sviluppando chip che funzioneranno nello stesso modo in cui funziona il cervello umano.

Un’agenzia statunitense che funge da controllore degli accordi che riguardano la sicurezza nazionale ha chiesto a Saudi Aramco Prosperity 7 di ritirarsi dall’accordo. Aramco è stato uno degli investitori principali nel round di finanziamento da 25 milioni di dollari della startup.

Lo scenario attuale è emerso anche dalle misure che gli Stati Uniti stanno adottando per aumentare il controllo sui legami tra Medio Oriente e Cina, poiché ritengono che la Cina possa utilizzare i paesi arabi come canali per mettere le mani sulla tecnologia statunitense a cui ha vietato la vendita. Cina.

Anche il G42 Investment Group con sede ad Abu Dhabi è finito sotto il radar degli Stati Uniti per la sua partnership con le controparti cinesi, e l’America si è offerta di ritirarsi dalla Cina e, in cambio, di avere accesso alla tecnologia occidentale, in particolare alla tecnologia di intelligenza artificiale statunitense. Si dice che l’investimento di 1,5 miliardi di dollari da parte di Microsoft nel G42 sia stato il risultato di un impegno nei confronti degli Stati Uniti.