PANews 24 dicembre - Secondo quanto riportato da The Block, Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea stanno intensificando la regolamentazione fiscale sulle criptovalute, influenzando in modo significativo gli investitori. Negli Stati Uniti, le criptovalute sono considerate beni digitali e la vendita o il trading sono soggetti a imposta sulle plusvalenze, con aliquote variabili in base al tempo di possesso e al livello di reddito; i guadagni da mining e staking sono soggetti a imposta sul reddito, e dal 2025 gli exchange dovranno riportare i dati degli utenti. Nel Regno Unito, la vendita o lo scambio di beni crittografici sono soggetti a imposta sulle plusvalenze, con un'aliquota massima del 24% e una soglia di esenzione di £3.000 all'anno; i guadagni da mining e i redditi da salari in criptovalute sono soggetti a imposta sul reddito e contributi previdenziali. Nell'Unione Europea, le aliquote variano da paese a paese; ad esempio, in Germania non si paga imposta per le criptovalute detenute per oltre un anno, mentre in Spagna l'aliquota può arrivare fino al 28%; il regolamento MiCA, che entrerà in vigore nel 2025, unificherà alcune regole e aumenterà la trasparenza fiscale.