BTTC: L’oro digitale che non si vede, ma c’è
Non molto tempo fa, in qualche squallido bar che puzzava di tabacco e letteratura scadente, qualcuno mi parlò per la prima volta delle criptovalute. Un ingegnere, uno di quelli che guardano con un certo disprezzo a chi di noi scrive ancora con la penna. "Bitcoin è il futuro, insegnante", mi ha detto. Ed eccolo lì. Ma il tempo è passato, e con esso è arrivato un nome curioso: BTTC, una criptovaluta che ora, tra luci al neon e notti insonni, promette di essere qualcosa di più di un miraggio digitale.
$BTTC , o BitTorrent Chain, come l'hanno chiamata i suoi creatori, non è semplicemente un nome esotico in un oceano pieno di promesse tecnologiche. È nato come tentativo di migliorare qualcosa che già conosciamo: lo scambio decentralizzato di dati. La sua origine è legata a BitTorrent, quella vecchia conoscenza degli internauti che, già negli anni Novanta, ci insegnò che le informazioni potevano viaggiare a velocità vertiginose tra punti distanti del pianeta. BitTorrent, all'epoca, era come quei corsari che solcavano il Mediterraneo, spostandosi tra le isole digitali, condividendo quello che potevano mentre il mondo cercava di capire cosa diavolo stavano facendo.