L'emittente stablecoin USDT Tether ha annunciato la firma di un accordo di partnership con il think tank BTguru per valutare le iniziative crittografiche in Turchia.

Tether, il più grande emittente di stablecoin per capitalizzazione di mercato, sta rafforzando la sua presenza in Turchia attraverso una nuova collaborazione, che mira a esplorare vari casi d'uso della tokenizzazione tra gli istituti di credito finanziari turchi.

Martedì, in un annuncio sul blog, Tether ha affermato di aver firmato un Memorandum of Understanding (MoU) con la società di consulenza crittografica BTguru per "valutare lo sviluppo di programmi completi […] e sfruttare le connessioni di BTguru per facilitare le discussioni con le istituzioni finanziarie in Türkiye."

L'emittente della stablecoin sembra concentrarsi sulla tokenizzazione degli asset, affermando che entrambe le parti "esploreranno casi d'uso reali della tokenizzazione degli asset per le banche [...]."

Non è chiaro se Tether abbia già avviato discussioni con le banche turche in merito alle iniziative di tokenizzazione degli asset nel mondo reale (RWA). L’adozione della tokenizzazione RWA potrebbe potenzialmente allocare trilioni di dollari USA, con gli analisti della società di consulenza globale McKinsey & Company che stimano che la capitalizzazione di mercato del settore potrebbe raggiungere circa 2 trilioni di dollari entro il 2030 in uno scenario di base.

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La partnership di Tether coincide con la firma da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan di un nuovo disegno di legge che regola il settore delle criptovalute e delinea le sanzioni in caso di mancata conformità. Come riportato in precedenza da crypto.news, il parlamento turco ha approvato una legge sulle criptovalute che ne regola l'uso, con multe che vanno da 7.500 a 182.600 dollari e pene detentive da tre a cinque anni per le violazioni.

Secondo la nuova legislazione, gli scambi di criptovalute che cercano di operare legalmente in Turchia devono essere autorizzati dal Capital Markets Board, l'agenzia di regolamentazione e supervisione finanziaria del paese. Le piattaforme crittografiche non autorizzate che offrono servizi di trading rischiano pene detentive da tre a cinque anni.

Inoltre, i fornitori di criptovalute devono implementare e segnalare misure come sequestri e altre azioni di applicazione della legge. Nel momento dell’approvazione del disegno di legge, la Financial Action Task Force (FATF), che in precedenza aveva inserito la Turchia nella sua “lista grigia” per non aver supervisionato i settori vulnerabili al riciclaggio di denaro, ha escluso il paese dalla lista.

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