Un investitore pionieristico in Bitcoin rischia fino a 3 anni di carcere per evasione fiscale
Frank Richard Ahlgren III, uno dei primi investitori in Bitcoin, si è dichiarato colpevole di evasione fiscale negli Stati Uniti. Ha deliberatamente sottovalutato i suoi guadagni nelle dichiarazioni dei redditi dell'IRS, utilizzando tattiche come gonfiare i costi di acquisizione di bitcoin per ridurre gli importi dovuti.
Transazioni nascoste e vantaggi ottenuti
• Acquisto iniziale (2015): acquistati 1.366 BTC per circa $ 500 ciascuno.
• Vendite redditizie (2017): venduti 640 BTC per un prezzo medio di 5.807 dollari ciascuno, generando circa 3,7 milioni di dollari.
• Nuove vendite (2018-2019): sono state effettuate ulteriori vendite non dichiarate per 650.000 dollari.
• Utilizzo dei profitti: alcuni fondi sono stati utilizzati per acquistare una casa nello Utah, sollevando sospetti sull'origine del denaro.
Sanzioni previste
• Prigione: la pena massima può arrivare fino a tre anni.
• Restituzione e multe: gli sarà richiesto di rimborsare più di 550.000 dollari al governo e potrebbe dover affrontare una supervisione dopo il rilascio.
• Sentenza pendente: la sentenza definitiva non è stata ancora pronunciata.
Lezioni per gli investitori
Il caso di Ahlgren serve da monito per coloro che commerciano criptovalute. Il crescente apprezzamento e popolarità di questi asset hanno attirato l’attenzione delle agenzie fiscali di tutto il mondo, compreso il Brasile, dove il Federal Revenue Service ha intensificato la supervisione delle transazioni digitali. Il mancato rispetto degli obblighi fiscali può comportare sanzioni severe e persino la reclusione