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JPMorgan: Il Dollaro e Bitcoin a Rischio… Piano di Trading per il 2025
Bitcoin, il dollaro statunitense e le obbligazioni globali potrebbero affrontare rischi significativi nella posizione mentre ci si avvicina al 2025, secondo gli analisti di JPMorgan in una nota di venerdì.
Utilizzando il suo tracker di posizionamento cross-asset, JPMorgan evidenzia le potenziali vulnerabilità mentre i mercati si adattano alle dinamiche di liquidità e domanda in cambiamento.
La banca d'investimento considera Bitcoin e il dollaro come posizioni rischiose nel 2025. Ha dichiarato:
“Vediamo posizioni elevate nelle azioni, posizioni modeste a lungo termine, posizioni di credito quasi neutrali, posizioni lunghe elevate in dollari, posizioni basse nelle materie prime escluse l'oro, e posizioni elevate in Bitcoin ma posizioni in oro più modeste.”
Da una prospettiva di posizionamento, la banca crede che le classi di attivo più vulnerabili fino al 2025 siano le azioni, il dollaro e Bitcoin, mentre le categorie meno vulnerabili includono le materie prime non oro.
Per quanto riguarda le obbligazioni, si prevede che l'equilibrio domanda-offerta globale possa deteriorarsi nel 2025, con un calo della domanda globale di obbligazioni di $0,9 trilioni rispetto al 2024 e una diminuzione relativamente modesta di $100 miliardi nell'offerta netta.
Questo squilibrio potrebbe esercitare una pressione al rialzo sui rendimenti, aumentando potenzialmente il rendimento dell'Indice Globale delle Obbligazioni Aggregate di 40 punti base.
Le banche centrali giocheranno un ruolo cruciale in queste dinamiche. JPMorgan osserva che mentre si prevede che la Federal Reserve concluda la riduzione del proprio bilancio all'inizio del 2024, continuerà a spostarsi dai titoli garantiti da ipoteca (MBS) ai Treasury.
JPMorgan avverte di significativi rischi per Bitcoin, il dollaro statunitense e le azioni entro il 2025 a causa delle dinamiche di mercato in cambiamento. Le materie prime non oro sono considerate meno vulnerabili. I mercati obbligazionari potrebbero affrontare rendimenti più elevati a causa di uno squilibrio domanda-offerta, con le banche centrali che svolgono un ruolo critico negli aggiustamenti di mercato.