Le balene escono da Dogecoin: l'offerta totale diminuisce di quasi il 9%

Un indicatore potenzialmente negativo per il memecoin potrebbe essere il fatto che, secondo le statistiche on-chain, le balene Dogecoin hanno venduto le loro partecipazioni nell’ultimo anno.

I dati dello strumento di market intelligence IntoTheBlock mostrano che altri gruppi holding hanno recentemente preso quote di fornitura dalle balene DOGE, che hanno ridotto significativamente la loro offerta nell’ultimo anno. Tutti gli indirizzi Dogecoin con almeno l'1% della fornitura di memecoin nel loro saldo sono considerati "balene" in questo contesto.

L’enorme quantità di token detenuti da questi enormi detentori conferisce loro un’influenza sproporzionata sulla rete. Anche se le loro azioni collettive non hanno alcun impatto sul prezzo, potremmo comunque imparare molto su come si sente questo gruppo osservando come si comportano.

Ora, per mostrarvi come si è evoluta la quota delle balene Dogecoin rispetto all'offerta totale, ecco il grafico:

Balene di Dogecoin

Durante questo lasso di tempo, la percentuale di Dogecoin detenuta dalle balene è diminuita, come indicato nel grafico sopra. In particolare, rispetto a un anno fa, quando controllavano circa il 45,3% dell'offerta degli asset, oggi la loro proprietà è scesa a circa il 41,3%.

Da allora, circa il 9% delle proprietà nette delle balene sono state vendute. D’altro canto, la società di analisi rileva che una quota maggiore dell’offerta complessiva è detenuta da investitori al dettaglio e di medie dimensioni.

Secondo IntoTheBlock, per "investitori" si intendono gli indirizzi che possiedono lo 0,1–1% dell'offerta, mentre per "vendita al dettaglio" si intendono le entità che detengono meno dello 0,1%. Circa il 21% dell'offerta DOGE è detenuta dalla prima, mentre il 37% dalla seconda.

Il calo del numero di partecipazioni delle balene in questo lasso di tempo è negativo per il prezzo di Dogecoin in quanto dimostra che i grandi soldi non sono interessati alla criptovaluta.

La ridistribuzione dell’offerta ai detentori più piccoli, d’altro canto, potrebbe essere positiva per l’ecosistema DOGE poiché implica che l’asset sia meno concentrato su poche grandi aziende.

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