Binance, riconosciuto come il più grande exchange di criptovalute al mondo, è in difficoltà con la legge indiana. L’organismo nazionale antiriciclaggio ha multato l’azienda da 2,2 miliardi di dollari per non aver rispettato le normative mentre si rivolgeva alla sua clientela.

Binance opera come Virtual Digital Asset Service Provider (VDASP), che lo classifica come Reporting Entity ai sensi della Prevention of Money Laundering Act (PMLA), 2002. Nonostante questa designazione, il colosso delle criptovalute ha fornito servizi all'interno dei confini indiani senza adempiere ai suoi obblighi responsabilità normative.

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Il 28 dicembre è stato notificato a Binance un avviso ufficiale chiedendo spiegazioni per la sua non conformità. L’avviso essenzialmente contestava all’exchange di giustificare il motivo per cui non dovrebbero essere applicate misure punitive contro le sue operazioni.

Dopo un esame approfondito delle difese scritte e orali di Binance, il direttore dell'Unità di informazione finanziaria (FIU-IND) ha giustificato le accuse sulla base di ampie prove. Ciò ha portato all'imposizione di una sanzione in base ai poteri concessi dalla Sezione 13 della PMLA.

Le specificità delle violazioni includono violazioni di molteplici sezioni del PMLA e delle norme corrispondenti, in particolare per quanto riguarda gli obblighi di mantenere registri e rapporti adeguati che aiutano a prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Richard Teng, CEO di Binance. Crediti: Binance

Inoltre, Binance è stata incaricata di aderire rigorosamente al Capitolo IV del PMLA, insieme alle regole di mantenimento dei record del PMLA stabilite nel 2005. Proprio la settimana scorsa, l'Alta Corte dell'Orissa ha decretato che le transazioni di criptovaluta non sono illegali secondo la legge indiana.

Questa sentenza deriva da un caso riguardante uno schema Ponzi fraudolento, in cui il giudice Sasikanta Mishra ha affermato che le criptovalute non sono né riconosciute come denaro ai sensi del Prize Chits and Money Circulation Schemes (Banning) Act né come depositi ai sensi dell'Odisha Protection of Interests of Depositors Act. Di conseguenza, le semplici transazioni in criptovalute sono state dichiarate non costituire reati ai sensi di questi statuti.

Jai Hamid