Mentre il Brasile continua a marcare il proprio territorio nel settore globale delle criptovalute, si sta tirando su i calzini e chiamando a raccolta grandi nomi come Binance, Coinbase, OKX e KuCoin. A questi scambi viene chiesto di spiegare come conducono le loro operazioni e gestiscono la collaborazione con i fornitori di servizi locali, soprattutto in materia fiscale.

A differenza degli scambi locali, non sono vincolati dalle normative brasiliane a segnalare le proprie attività. Le voci sono iniziate quando l’autorità fiscale brasiliana ha segnalato la questione come urgente. Andrea Chaves, vice segretario dell’ispezione presso il Servizio Federale delle Entrate del Brasile, ha sottolineato:

Per noi è un’area di preoccupazione capire innanzitutto come operano qui, se c’è qualche illegalità o meno. Ci preoccupa anche la possibilità di avere qui informazioni sulla ricchezza brasiliana soggetta a tassazione.

Wagner Lima, coordinatore della gestione del rischio del servizio delle entrate, ha fatto eco a questo sentimento. Ha detto che il governo vuole capire come queste entità straniere si stanno sincronizzando con i fornitori di servizi locali secondo le normative stabilite nel 2019.

L’esame accurato non arriva dal nulla. C’è stata un’enorme ripresa nel mercato delle criptovalute in Brasile. Da gennaio a luglio 2023, i brasiliani hanno scambiato ben 24,6 miliardi di dollari in criptovalute, con un aumento del 36,6% rispetto alle cifre dell’anno precedente nello stesso periodo. In particolare, 2,6 miliardi di dollari sono avvenuti tramite cambi, che a loro volta hanno registrato un aumento del 51,2% rispetto al 2022.