Meta ha annunciato una pausa nel lancio e nella formazione del suo assistente AI in Europa su richiesta della Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC).

La richiesta arriva dopo che il DPC, il principale regolatore della privacy di Meta nell'UE, ha chiesto alla società di interrompere la formazione di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) utilizzando i dati disponibili al pubblico raccolti dagli utenti di Facebook e dalle condivisioni di Instagram.

Meta ha affermato che la decisione li ha lasciati “delusi” e l’ha considerata un “passo indietro” per la concorrenza e l’innovazione dell’IA nell’UE. Tuttavia, l’azienda insiste nel rispettare le normative europee.

Il DPC ha sostenuto la sospensione, affermando che “ha accolto con favore la decisione” e che continuerà a lavorare con Meta dopo il precedente “ampio impegno”.

Secondo l'organizzazione no-profit europea per la privacy NOYB, la richiesta di Meta di sospendere temporaneamente le operazioni è stata il risultato di reclami da parte sua e di altre organizzazioni come il Consiglio norvegese dei consumatori e diverse altre autorità per la protezione dei dati.

Questa questione va avanti da molti mesi. Meta ha affermato di aver informato le autorità europee per la protezione dei dati in merito alle sue attività da marzo.

Tuttavia, la situazione è diventata più grave quando Meta ha iniziato a informare gli utenti sulla sua formazione sull’intelligenza artificiale attraverso oltre due miliardi di notifiche ed e-mail in-app il 22 maggio. NOYB ha presentato un reclamo a 11 autorità per la protezione dei dati il ​​6 giugno.

Meta ha riconosciuto di essersi consultata con il DPC il 10 giugno e ha affermato di aver incorporato la risposta per garantire che la sua formazione sull’intelligenza artificiale sia conforme alle leggi sull’intelligenza artificiale.

Meta osserva che anche Google e OpenAI hanno utilizzato l'intelligenza artificiale per addestrarsi sui dati degli utenti. La società prevede di conformarsi alle leggi del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE sulla base giuridica del “legittimo interesse”, una disposizione flessibile su cui hanno fatto affidamento altre società di intelligenza artificiale.

Questa pausa evidenzia la complessità e le sfide nell’applicazione della tecnologia AI, soprattutto nel contesto di normative sempre più stringenti sulla protezione dei dati.