• I creditori dell'exchange di criptovalute in bancarotta FTX contestano vigorosamente il piano di riorganizzazione proposto dalla piattaforma.

  • I creditori sostengono che il piano non soddisfa i requisiti cruciali del Codice Fallimentare, in particolare per quanto riguarda i diritti reali e l'analisi della liquidazione dei debitori.

  • L'attivista creditore di FTX Sunil Kavuri ha sottolineato che il piano di riorganizzazione non supera il test del miglior interesse e contiene incoerenze.

I creditori di FTX presentano obiezioni contro il piano di riorganizzazione proposto, citando difetti e incoerenze significativi.

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I creditori di FTX sfidano il piano fallimentare

Il 6 giugno, i creditori Ahmed Abd El-Razek, Pat Rabbitte, Noia Capital e Sunil Kavuri hanno presentato un'opposizione formale al tribunale fallimentare degli Stati Uniti per il distretto del Delaware, un mese dopo che FTX aveva presentato la sua proposta di riorganizzazione. L’exchange, crollato nel 2022, aveva svelato un piano il 7 maggio suggerendo fondi sufficienti per chiudere il processo di fallimento e ripagare i propri clienti.

FTX ha rivelato di aver recuperato più di 16 miliardi di dollari attraverso la vendita di asset e il consolidamento di fondi tra varie entità, superando di gran lunga i circa 11 miliardi di dollari persi dai clienti quando l'exchange è fallito. Il piano proposto intende ripagare il 98% dei creditori con crediti inferiori a 50.000 dollari entro 60 giorni dall’approvazione, promettendo circa il 118% dei crediti riconosciuti.

Tuttavia, alcuni importanti creditori come Kavuri hanno espresso la loro disapprovazione, nonostante le reazioni positive della più ampia comunità crittografica.

Discussioni sulle distribuzioni in natura

I creditori che si oppongono ai termini proposti sostengono che i rimborsi siano effettuati “in natura” per evitare ulteriori oneri fiscali sui beneficiari. Kavuri, tra i dissenzienti, ha affermato che le distribuzioni in natura potrebbero alleviare significativamente le implicazioni fiscali rispetto ai pagamenti in contanti.

“È dolorosamente evidente che il piano proposto dai debitori causerà ulteriori difficoltà ai clienti attraverso una tassazione forzata che potrebbe essere evitata effettuando una distribuzione “in natura”. Se le distribuzioni avvenissero in natura, i clienti potrebbero evitare del tutto un evento imponibile», sottolineano gli oppositori.

Hanno inoltre sottolineato che un accordo con un altro scambio di criptovaluta potrebbe facilitare le distribuzioni in natura, evitando così complicazioni nel caso in cui FTX tentasse di gestirle in modo indipendente.

Inoltre, i creditori hanno definito il piano proposto “non confermabile dal punto di vista della legge”, sottolineando che prevede rilasci sfavorevoli per l’eredità e manca di chiarezza nei termini e nelle dichiarazioni.

Conclusione

Il caso di fallimento di FTX continua a svilupparsi con i creditori che contestano il piano di riorganizzazione proposto su vari fronti legali e operativi. Il futuro dei rimborsi ai creditori rimane incerto poiché le argomentazioni presentate potrebbero rimodellare i termini della transazione finale. Le parti interessate stanno monitorando attentamente questi procedimenti, che potrebbero creare precedenti significativi per futuri casi di fallimento di criptovalute.