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Nella rubrica#persentito dire di questa settimana, Dorian Batycka celebra il centenario della morte dello scrittore boemo Franz Kafka, avvenuta il 3 giugno 1924, accompagnandoti in un viaggio letterario attraverso i momenti più "kafkiani" di tutte le criptovalute.

Immagina un mondo in cui sei intrappolato in una rete di situazioni sconcertanti e illogiche, impotente contro burocrazie senza volto che esercitano un’autorità onnipotente e indifferente. Questa distorsione da incubo della realtà è l’essenza del termine “kafkiano”, derivato dallo scrittore boemo di lingua tedesca Franz Kafka. Attraverso opere fondamentali come "Il Processo" (1914), "Il Castello" (1922) e "La Metamorfosi" (1912), le narrazioni di Kafka sono diventate testi fondamentali nella letteratura moderna, raffigurando protagonisti intrappolati nell'ansia esistenziale e nella futilità. Sorprendentemente, questi temi kafkiani trovano risonanza nel mondo caotico e spesso distopico delle criptovalute, dove la promessa di liberazione finanziaria è spesso fortuitamente messa in ombra dal paradosso e dalla disillusione.

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Wojak, Crypto e il kafkiano

Franz Kafka scrisse “Un artista della fame” nel 1922 e lo pubblicò nel 1924, lo stesso anno in cui morì per una condizione brutale che lo fece morire di fame a causa delle complicazioni della tubercolosi laringea. La storia finale di Kafka è incentrata su un artista della fame professionista che digiuna per lunghi periodi come forma d'arte, attirando il pubblico affascinato dalla sua sofferenza autoimposta. Nonostante tale dedizione, l’artista della fame viene sempre più emarginato e dimenticato mentre l’interesse pubblico diminuisce, portando alla sua morte.

È una situazione che rispecchia l’esperienza della figura più titolare della criptovaluta: il wojak. Il proverbiale manager notturno di McDonald’s, la cui incessante ricerca di ricchezza rapida diventa un’ossessione malsana, simile al gioco d’azzardo. Con wojak consumato dal fallimento volatile e spesso isolante e paralizzante del trading e degli investimenti in criptovalute, si ritrova costantemente in una profonda perdita e disillusione. Ciò che la fame era per l’artista di Kafka, i pacchetti economici di ramen lo sono per il faticoso salariato che spera di arricchirsi con una moneta meme di Solana. Cosa potrebbe esserci di più totalmente kafkiano?

Satoshi Nakamoto nel ruolo di Joseph K.

Autorivelazioni a parte, cambiamo marcia per evocare il termine "kafkiano" non con il perdente wojak, ma con l'OG delle criptovalute stesso, Satoshi Nakamoto. Ne “Il Castello” di Kafka (1922), il protagonista K. lotta contro un'autorità burocratica opaca e inaccessibile; simile allo stesso Satoshi, Kafka specula sulla natura spesso ambigua dei governi, osservando: “Non devi credere a tutto ciò che dicono i funzionari”, aggiungendo: “Ho i miei diritti e li farò valere”.

Nel Processo Kafka descrive l'arresto del protagonista. “Qualcuno doveva aver mentito su Joseph K., sapeva di non aver fatto nulla di male ma, una mattina, è stato arrestato”. Ancora una volta, ci si confronta con la brutale realtà di un sistema che porta conseguenze su qualcuno nato per cambiarlo, vale a dire Satoshi, o anche CZ, del resto. La mancanza di chiarezza normativa attuale nel settore delle criptovalute, dalla legislazione proposta nell’UE, MiCA, ha solo creato una diffusa confusione nel continente, fino alla confusa situazione riguardo alla legislazione negli Stati Uniti, dove le cose non sono andate molto meglio, con entrambi Anche Joe Biden e Donald Trump hanno recentemente invertito la rotta sul carro delle criptovalute.

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KafkaCrypto: verso una nuova teoria della tecnologia e del disastro

Infine, pensiamo all’idea stessa di paradosso, forse l’apice di tutte le situazioni kafkiane. Si basa sulla supposizione che due realtà apparentemente diverse possano essere vere contemporaneamente. Sebbene la criptovaluta sia stata progettata per aggirare i sistemi finanziari tradizionali e i relativi quadri normativi, con la crescita del mercato è cresciuta anche la richiesta di regolamentazione per prevenire le frodi, proteggere i consumatori e garantire la stabilità del mercato, spesso con il pretesto di antiriciclaggio (AML). ) iniziative che esistono in netto contrasto con strumenti incentrati sulla privacy come Monero o Tornado Cash.

Tuttavia, oltre a questa realtà, è emersa una situazione paradossale: l’etica del mondo crittografico decentralizzato si è sempre più scontrata con i sistemi centralizzati che le criptovalute pretendevano di sconvolgere. Basta guardare oltre: la Cina e la Russia hanno recentemente dichiarato che adotteranno le valute digitali delle banche centrali (CBDC). Insieme all’onnipresente sorveglianza e controllo statale, la realtà paradossale di avere le criptovalute nelle mani di un governo tirannico, pur consentendo allo stesso tempo la libertà finanziaria crittografata, è davvero kafkiana.

“È solo a causa della loro stupidità che riescono ad essere così sicuri di sé stessi”, concludeva Kafka in Il Processo, forse la sua opera più fondamentale sulla natura illusoria della giustizia. Forse è in qualche modo legato alla nozione di altruismo efficace prevalente nei moderni livelli della teoria delle criptovalute, e notoriamente fondamentale per la visione del mondo del truffatore convinto Sam Bankman Fried, cioè la truffa per il bene comune della teoria del criptocapitalismo.

Fondamentalmente, la criptovaluta sostiene l’autonomia finanziaria e il controllo individuale sulla propria identità economica. Tuttavia, mentre celebriamo il centenario della morte di Kafka, è chiaro che l’industria delle criptovalute ha assunto molte qualità kafkiane. Dalla misteriosa figura di Satoshi Nakamoto all'umile wojak, fino alla realtà inquietante delle truffe crittografiche e al paradosso della decentralizzazione e della regolamentazione, l'illusorio senso di autonomia rappresenta un notevole indicatore di quanto profondamente problematiche le criptovalute siano e continuino ad essere. Come scrisse una volta Kafka:

“Ogni rivoluzione evapora e lascia dietro di sé solo la melma di una nuova burocrazia”.

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