📰 Il Venezuela ha posto fine a tutto il mining di criptovalute per proteggere la sua rete elettrica. Ciò avviene dopo una recente repressione che ha portato al sequestro di 2.000 dispositivi minerari. La decisione allinea il Venezuela con altri paesi che hanno frenato il mining di criptovalute a causa della sua elevata domanda energetica. 💡⚡

Il Ministero dell'Energia Elettrica prevede di disconnettere le aziende minerarie di criptovalute dalla rete nazionale per regolare il consumo di energia e garantire un'alimentazione elettrica stabile. L'Associazione Nazionale delle Criptovalute del Venezuela ha confermato il divieto, dando priorità alla stabilità energetica rispetto all'industria del crypto mining. 🚫💻

Questa repressione fa seguito alla confisca di 2.000 dispositivi minerari a Maracay, nello stato di Aragua. I funzionari sottolineano la necessità di un servizio elettrico efficiente e affidabile eliminando lo stress causato da queste aziende agricole ad alto consumo energetico. Le misure sono cruciali per stabilizzare l’approvvigionamento energetico del Venezuela, che è stato inaffidabile negli ultimi dieci anni. 🛠️🔌

La mossa contro il mining di criptovalute fa parte di una più ampia campagna anti-corruzione. Questa iniziativa ha portato all'arresto di diversi alti funzionari, tra cui l'ex capo della Sovrintendenza nazionale alle criptovalute. L’attenzione rimane sul mantenimento della stabilità energetica e sul miglioramento dell’affidabilità delle proprie infrastrutture elettriche. 🏛️🔍

In conclusione, il divieto del Venezuela al mining di criptovalute è un passo significativo per proteggere la sua rete elettrica e garantire una fornitura elettrica stabile ai suoi cittadini. La decisione è in linea con gli sforzi globali volti a regolamentare il settore del mining di criptovalute ad alta intensità energetica. 🌍🔋#CryptoBan#Venezuela #EnergyConservation