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L'ex presidente della CFTC ha riferito che l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato soprannominato "il primo presidente americano cripto" già nel suo primo anno in carica, nel 2017.

Anche se all’epoca si diceva che Trump fosse contrario a Bitcoin e alle criptovalute, in realtà non solo non fece nulla per ostacolarle, ma fu proprio durante il suo primo mandato che Bitcoin entrò nel sistema finanziario tradizionale.

Il futuro del Bitcoin

A riferirlo è l’ex presidente della CFTC, J. Christopher Giancarlo, detto Chris, presidente della Commodity Futures Trading Commission dal 2017 al 2019, nominato dallo stesso Donald Trump.

Fox Business riferisce che Giancarlo ha dichiarato, in un discorso fatto durante un summit sulla politica delle criptovalute tenutosi ieri a Washington, che Trump detiene il titolo di "primo presidente americano delle criptovalute" dal suo primo anno in carica.

Questo soprannome gli è stato dato quando la sua amministrazione ha dato il via libera al lancio dei contratti futures su Bitcoin autorizzati dalla CFTC, di cui Giancarlo era allora presidente.

In quel periodo, quell'approvazione aiutò il prezzo del Bitcoin a salire fino a quasi 20.000 dollari, con il massimo storico raggiunto il giorno del lancio di quei futures sulla borsa di Chicago (17 dicembre).

In realtà, esistevano già contratti futures sulle criptovalute negoziati in borsa, ma quella era la prima volta che arrivavano su una borsa statunitense regolamentata.

A dire il vero, quei futures non hanno avuto un grande successo, ma negli ultimi mesi il CME (Chicago Stock Exchange) è diventato la principale piattaforma unica al mondo per la negoziazione di futures BTC.

L’amministrazione Trump, entrata in carica il 20 gennaio 2017, è stata quella che ha avviato questo processo.

Giancarlo è stato in realtà nominato commissario del CTFC nel 2014 durante la precedente amministrazione Obama, e in seguito ne è diventato presidente sotto Donald Trump.

Ha affermato che il successo duraturo di quel mercato dei futures regolamentato ha contribuito a garantire che il BTC abbia un prezzo in dollari statunitensi, definendo questo come un risultato importante per il futuro delle risorse digitali.

Va anche ricordato che è stato grazie a quei futures che sono stati lanciati i primi ETF sulle criptovalute negli USA, qualche anno fa, quando ancora non esistevano ETF spot su Bitcoin sulle borse statunitensi.

Donald Trump: il presidente delle criptovalute

Nel 2017, l'amministrazione Trump sembrava aver fatto bene per Bitcoin e il mercato delle criptovalute.

Tuttavia nel 2018, quando si verificò un drammatico mercato ribassista delle criptovalute che fece crollare il prezzo del BTC a 3.200 dollari, Trump prese le distanze dal Bitcoin, forse per evitare di essere associato al mercato ribassista.

Vale la pena notare che durante quei mesi, anche i mercati azionari statunitensi hanno ritracciato un po', ma solo per pochi mesi e senza crollare. Nella seconda metà dell'anno, il prezzo del Bitcoin ha continuato a scendere, mentre i mercati azionari statunitensi hanno ripreso a salire.

Dopo aver perso le elezioni del 2020, Trump ha dovuto affrontare diversi problemi, soprattutto legali, che devono essergli costati molto.

Durante il mercato ribassista completo che seguì, nel 2022, annunciò il lancio della sua collezione NFT. Da un lato, l'iniziativa segnò il suo ingresso pubblico ufficiale nel settore delle criptovalute, e dall'altro, servì a cercare di raccogliere fondi.

Pochi mesi dopo si verificò una ripresa dopo il mercato ribassista e circa un anno dopo iniziò una nuova fase rialzista.

Quest'anno, nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali di novembre, Trump ha già dichiarato pubblicamente che intende sostenere il settore.

Non è da escludere che le dichiarazioni di Giancarlo possano avere lo scopo di aiutare Trump a tornare presidente, anche perché se ciò dovesse accadere è possibile che il nuovo presidente finisca per sostituire sia gli attuali presidenti della SEC che della CFTC, entrambi nominati da Biden nel 2021.

Criptovalute e politica statunitense

Negli USA le criptovalute sono ormai diventate una questione politica, al punto da essere oggetto di propaganda elettorale.

Biden e il Partito Democratico sembrano decisamente contrari, mentre Trump si sta posizionando come principale riferimento politico per il mondo delle criptovalute negli USA. Inoltre, il Partito Repubblicano sembra essere un po' più favorevole al mercato delle criptovalute.

La lobby delle criptovalute negli Stati Uniti ha raccolto oltre 100 milioni di dollari per sostenere politiche favorevoli alle criptovalute, principalmente grazie alle donazioni di grandi aziende come Coinbase e Ripple.

D'altro canto, ci sono alcuni politici, in particolare Elizabeth Warren, e alcuni funzionari pubblici, in particolare il presidente della SEC Gary Gensler, che stanno cercando di contrastare l'espansione di questo settore.

Se la precedente amministrazione Trump è stata effettivamente permissiva nei confronti del settore delle criptovalute, l'attuale amministrazione Biden non lo è stata, e questo potrebbe avere conseguenze anche sulle elezioni di novembre.

Secondo Giancarlo, i regolatori statunitensi possono regolamentare con successo le criptovalute, se sono disposti a farlo, e un possibile ritorno di Trump alla presidenza potrebbe favorire questa strada.