Il gigante britannico delle telecomunicazioni Vodafone sta cercando di incorporare i portafogli crittografici direttamente nelle schede SIM dei telefoni cellulari.

David Palmer, chief product officer (CPO) di Pairpoint di Vodafone, ha spiegato questa mossa in un'intervista a Yahoo Finance Future Focus.

Palmer ha fatto luce sui piani dell'azienda per promuovere l'adozione della blockchain nella gestione delle transazioni crittografiche sui dispositivi mobili.

Vodafone sta cercando di trasformare la scheda SIM del tuo telefono in un portafoglio crittografico https://t.co/CTF2Q1hlWK

– Yahoo Finance UK (@YahooFinanceUK) 3 maggio 2024

Palmer ha spiegato che Vodafone rimane concentrata sul collegamento delle carte SIM ai portafogli crittografici. L'obiettivo è utilizzare le capacità crittografiche presenti nelle carte SIM per una perfetta integrazione blockchain.

Il CPO di Pairpoint ha spiegato in che modo la filiale di Vodafone sta guidando il progresso dei servizi web3 e Internet of Things (IoT) sfruttando la tecnologia delle carte SIM per portafogli digitali basati su blockchain su dispositivi mobili.

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Ha anche espresso la convinzione che entro il 2030 ci saranno circa 5,6 miliardi di portafogli digitali basati su blockchain, che fungeranno da gateway per i servizi finanziari.

Palmer stima inoltre che circa otto miliardi di telefoni cellulari saranno in uso a livello globale entro lo stesso anno, il che significa che almeno il 70% della popolazione mondiale avrà accesso alla tecnologia.

Le sue rivelazioni arrivano solo pochi mesi dopo che Vodafone aveva stretto una partnership strategica decennale con Microsoft per fornire servizi di intelligenza artificiale generativa (AI) ai propri clienti.

Inoltre, il gigante delle telecomunicazioni aveva già mostrato il suo interesse per la tecnologia web3 e blockchain quando Pairpoint, allora noto come Digital Asset Broker (DAB), ha presentato una prova di concetto in collaborazione con Sumitomo Corporation e Chainlink Labs.

La prova di concetto mirava a semplificare lo scambio di documenti commerciali su piattaforme e blockchain disparate, affrontando le inefficienze che affliggono l’ecosistema commerciale globale, che vale circa 32 trilioni di dollari.

Ha sottolineato la capacità di scambiare senza soluzione di continuità documenti commerciali cruciali su diverse piattaforme e blockchain, un processo spesso ostacolato da sistemi frammentati e incompatibili.

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