• Justin Bons ha espresso alcune critiche sull'economia dei token della SUI in una critica.

  • I fondatori hanno ampio margine di manovra per decidere come distribuire i token poiché non esistono vincoli.

In questo momento, Sui Network sta commemorando il primo anniversario del suo debutto sulla mainnet. Dopo aver iniziato come un ecosistema isolato, la rete Sui è diventata una potente piattaforma decentralizzata Layer-1 in meno di un anno.

Per promuovere i suoi progetti di intelligenza artificiale e web3, Sui Network ha collaborato con Google Cloud all'inizio della scorsa settimana. Sebbene i fondatori di Sui Network detengano un potere sproporzionato, il fondatore di Cyber ​​Capital Justin Bons ha recentemente espresso le sue preoccupazioni sulla tokenomics utilizzata dalla società.

Tokenomics allarmante

Justin Bons ha espresso alcune critiche sull'economia dei token della SUI in una critica. Il design del token sembrava promettente, tuttavia Bons ha sottolineato grossi problemi con le dinamiche di fornitura del token.

Fino al 2030, secondo la pubblicità della società, il 52% dei 10 miliardi di token della SUI sarà contrassegnato come “non allocato”. I token in staking, tuttavia, superano già gli 8 miliardi e i fondatori controllano un sorprendente 84% di tale offerta. Senza lock-in e protezioni legali per i possessori di token, questa offerta centralizzata minaccia ulteriormente la decentralizzazione.

Bons ha criticato il grafico pubblicato dalla fondazione, definendolo ingannevole, e ha evidenziato la disparità tra le affermazioni della SUI e la sua reale distribuzione dei token. Nella sua critica all'etica e all'apertura della comunicazione della SUI, ha affermato che i fondatori hanno ampio margine di manovra per decidere come distribuire i token poiché non esistono vincoli.

Inoltre, Bons ha espresso preoccupazione su come sono stati distribuiti i fondi del progetto, sottolineando che i primi sostenitori, i venture capitalist e le imprese a scopo di lucro hanno ricevuto quote sproporzionatamente grandi. Le sue principali preoccupazioni erano la concentrazione delle sovvenzioni azionarie tra i fondatori, che già possiedono la maggior parte dell'azienda, e l'assenza di una vendita pubblica, entrambe cose che ha espresso con sgomento.

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