La compagnia petrolifera statale venezuelana PDVSA sta accelerando la sua transizione verso l'utilizzo della valuta digitale per le esportazioni di petrolio greggio e carburante in risposta alla reimposizione delle sanzioni petrolifere da parte degli Stati Uniti.
La recente decisione del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti di non rinnovare la licenza generale per le transazioni con PDVSA, citando la mancanza di una riforma elettorale, ha portato la società ad accelerare il suo passaggio alle valute digitali come USDT, noto anche come Tether. Questa strategia ha lo scopo di ridurre al minimo il rischio che i proventi delle vendite venezuelane vengano congelati su conti bancari esteri a causa delle sanzioni.
Il ministro del Petrolio venezuelano Pedro Tellechea, in una dichiarazione della scorsa settimana, ha affermato che vengono utilizzate diverse valute come previsto dal contratto, e che a volte le valute digitali sono il metodo di pagamento preferito.
Tradizionalmente, il dollaro statunitense è stata la valuta dominante per le transazioni nel mercato petrolifero globale e, sebbene in alcune regioni i pagamenti in criptovaluta stiano emergendo, sono ancora poco frequenti.
Il passaggio di PDVSA verso la criptovaluta è stato rovinato da uno scandalo di corruzione lo scorso anno che ha rivelato circa 21 miliardi di dollari di crediti non contabilizzati per esportazioni di petrolio, alcuni dei quali erano legati a precedenti transazioni di criptovaluta. Nonostante questa battuta d’arresto, sotto la guida di Tellechea, le esportazioni di petrolio del Venezuela sono aumentate a circa 900.000 barili al giorno a marzo, segnando il massimo degli ultimi quattro anni.
PDVSA ha ora modificato molte operazioni spot di petrolio in un modello contrattuale che richiede il pagamento anticipato della metà del valore della merce in USDT. Inoltre, la società richiedeva ai nuovi clienti interessati al trading petrolifero di possedere criptovaluta in un portafoglio digitale, un requisito che è stato applicato retroattivamente ad alcuni contratti esistenti.
Durante il periodo di licenza di sei mesi concesso da Washington in ottobre, consentendo la ripresa degli scambi con il Venezuela, molti trader ed ex clienti della PDVSA hanno utilizzato intermediari per soddisfare i requisiti del commercio digitale. Un trader ha evidenziato le sfide di conformità delle transazioni USDT nel settore petrolifero, sottolineando la dipendenza dagli intermediari per facilitare questi pagamenti.
Il Venezuela è diventato sempre più dipendente dagli intermediari, soprattutto per le vendite di petrolio alla Cina, da quando gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni secondarie nel 2020. Sebbene questo approccio possa aiutare a eludere le sanzioni, ha tuttavia comportato una riduzione della quota dei proventi petroliferi destinati alla PDVSA.
Nonostante le sfide previste dopo il periodo di 45 giorni fissato dagli Stati Uniti, il ministro Tellechea ha espresso fiducia nelle capacità commerciali di PDVSA e ha dichiarato che la società intende continuare a firmare contratti ed espandere progetti di petrolio greggio e gas. Ha inoltre consigliato ai potenziali clienti di richiedere licenze specifiche agli Stati Uniti dopo la chiusura.
Gli analisti petroliferi prevedono che la produzione petrolifera, le esportazioni e le entrate del Venezuela potrebbero subire restrizioni anche con l’autorizzazione individuale di Washington. Tuttavia, Tellechea ha respinto questo punto di vista, affermando la disponibilità commerciale della PDVSA ad affrontare la reimplementazione delle sanzioni statunitensi.