Il breakout di Bitcoin si ferma mentre incombono i dati sull'inflazione negli Stati Uniti
Bitcoin (BTC) è crollato del 3% nelle ultime 24 ore, invalidando un breakout rialzista, in vista della pubblicazione dei dati sull'inflazione negli Stati Uniti che potrebbero dettare quando la Federal Reserve (Fed) inizierà a tagliare i tassi di interesse.
La principale criptovaluta per valore di mercato è tornata in uno schema di consolidamento triangolare identificato dalle linee di tendenza che collegano i massimi del 15 e del 27 marzo e i minimi del 20 marzo e del 3 aprile. Il consolidamento del triangolo simmetrico si è concluso con un breakout rialzista all'inizio di questa settimana, aprendo le porte a un rally verso gli 80.000 dollari.
I breakout falliti spesso portano i trader a breve termine a chiudere o invertire le scommesse rialziste in previsione di un calo dei prezzi più marcato. Tuttavia, Markus Thielen, fondatore di 10x Research, mette in guardia gli investitori dal dare troppo peso al fallimento rialzista di Bitcoin.
“Il fallimento del breakout di Bitcoin probabilmente rappresenta il nervosismo in vista del rilascio dell’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti. Non lo cancellerei ancora", ha detto Thielen a CoinDesk in una chat di Telegram.
Thielen ha aggiunto che l’indice ad alto contenuto tecnologico di Wall Street, il Nasdaq, è salito martedì, offrendo segnali positivi al bitcoin e ad altri asset rischiosi. In altre parole, il calo del bitcoin potrebbe essere di breve durata. La criptovaluta segue da vicino le tendenze del Nasdaq e del rapporto Nasdaq/S&P 500.
Il Bureau of Labor Statistics pubblicherà i dati CPI di marzo 2024 mercoledì alle 08:30 ET (12:30 UTC).
Secondo gli economisti intervistati dal Wall Street Journal, l’indice dei prezzi al consumo, una misura del costo della vita, è aumentato del 3,5% da marzo 2023, accelerando rispetto al tasso di inflazione annuale del 3,2% di febbraio. Si prevede che il ritmo mensile sia sceso allo 0,3% rispetto allo 0,4% di febbraio.
Allo stesso modo, si prevede che il ritmo mensile dell’inflazione core, che esclude la componente volatile di cibo ed energia, sia rallentato allo 0,3% a marzo, dopo l’aumento dello 0,4% di febbraio, equivalente a un calo di 12 mesi al 3,7% dal 3,8%.
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