Man mano che le criptovalute continuano a guadagnare popolarità, la loro tecnologia di contratto intelligente è diventata più sofisticata, con molte monete che incorporano una funzione di lista nera nei loro contratti. Sebbene la lista nera possa essere uno strumento utile per prevenire frodi e attività illegali, solleva anche sfide per la decentralizzazione delle criptovalute.

La decentralizzazione è uno dei principi fondamentali delle criptovalute ed è ciò che le distingue dai sistemi finanziari tradizionali. Le criptovalute operano su una rete decentralizzata, senza alcuna autorità centrale o intermediario che controlli il sistema. Ciò rende le transazioni più veloci, più economiche e più sicure rispetto ai sistemi finanziari tradizionali, poiché non vi è alcun intermediario che rallenti il ​​processo o tagli la transazione.

Tuttavia, la decentralizzazione presenta anche delle sfide quando si tratta di implementare le funzioni di blacklist. La lista nera consente a una rete di criptovaluta di impedire a specifici individui o entità di accedere o utilizzare la valuta. Ciò può essere utile per prevenire frodi, truffe e altre attività illegali.

La sfida, tuttavia, è come implementare le funzioni di blacklist senza compromettere la natura decentralizzata della rete di criptovaluta. Se un’autorità o istituzione centrale ha il potere di inserire nella lista nera individui o entità, potrebbe utilizzare tale potere per censurare o limitare l’accesso alla valuta per ragioni politiche o ideologiche. Ciò potrebbe minare la decentralizzazione che è una caratteristica fondamentale delle criptovalute e limitare la libertà e la privacy degli utenti.

Se l'indirizzo del nostro portafoglio è interessato da questa funzione di lista nera, non possiamo trasferire e vendere il token o la moneta, diventando un honeypot. Di solito, i truffatori spesso mettono nella lista nera gli indirizzi dei portafogli che contengono grandi quantità di gettoni o monete (balene), quindi si comporta come se tutti funzionassero normalmente, ma non lo è. L'altro schema è che, dopo aver raggiunto una certa capitalizzazione di mercato, il truffatore inserirà nella lista nera tutti gli indirizzi del portafoglio e poi lo censurerà.

Poiché la maggior parte dei token o delle monete in criptovaluta sono prodotti da istituzioni anonime e non protette dalla legge, questa funzione di lista nera non dovrebbe esistere nel token o nel contratto intelligente con monete, perché terminerà con il token o la criptovaluta in qualsiasi momento, rapidamente o più tardi. essere una truffa e una frode.

Allora come facciamo a sapere se lo smart contract di un token o di una moneta ha una funzione di blacklist? Possiamo scoprirlo aprendo il contenuto dello smart contract premendo il tasto ctr+f oppure cercando le seguenti parole: “blacklist”, “isbot”, “isfrontrunner”. Se trovi una parola tra quelle tre, quel contratto intelligente ha già la funzione di lista nera.

I token o le monete che hanno uno smart contract contenente questa funzione di lista nera non funzioneranno più quando lo smart contract è stato completamente rinunciato, ma attualmente molti smart contract a cui si è rinunciato risultano non essere stati completamente rinunciati perché ci sono molte scappatoie che rendono si tratta di una falsa rinuncia, nella quale perfino l'auditor a volte non riesce a trovare la scappatoia della falsa rinuncia.

Quindi, per la sicurezza del nostro denaro e degli investimenti a lungo termine, sarebbe meglio stare alla larga da token o monete che abbiano questa funzione di lista nera.

Come ne pensi di questa funzione di lista nera?

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