🔥🔥🔥 5 grandi malintesi sull'IA che crea disoccupazione di massa

Callum Chace, autore di "Surviving AI" e co-conduttore del podcast London Futurist, sostiene che la diffusa acquisizione di posti di lavoro da parte dell'intelligenza artificiale (AI) non avverrà così gradualmente come comunemente si pensa, ma suggerisce che ciò potrebbe non essere necessariamente negativo.

Al vertice Beneficial Artificial General Intelligence (#AGI ) tenutosi a Panama, Chace ha delineato cinque idee sbagliate sull'impatto dell'intelligenza artificiale sul futuro del lavoro. Egli sfida la convinzione che lo spostamento di posti di lavoro da parte delle macchine non potrebbe mai avvenire, paragonandolo ai cambiamenti storici provocati dalle fabbriche e dalle automobili.

Chace sostiene che la perdita di posti di lavoro indotta dall’intelligenza artificiale, o “disoccupazione tecnologica”, potrebbe non essere dannosa per la società. Suggerisce che un mondo senza lavoro potrebbe essere vantaggioso, citando pensionati, aristocratici e bambini che trovano realizzazione senza un impiego tradizionale.

Il regista e commentatore dell'intelligenza artificiale James Barrat offre una visione contrastante basata sulle sue esperienze con la disoccupazione tecnologica.

Chace discute anche del reddito di base universale (UBI), definendolo “forse l’idea più sopravvalutata di sempre”. Sostiene che il reddito di base universale potrebbe essere troppo costoso o insufficiente per affrontare la disoccupazione indotta dall’intelligenza artificiale.

James Hughes, professore associato di etica presso l'Università del Massachusetts, non è d'accordo con lo scetticismo di Chace nei confronti dell'UBI, suggerendo che potrebbe essere una soluzione praticabile per affrontare la crescente disuguaglianza.

Chace contesta l’idea che la disoccupazione guidata dall’intelligenza artificiale si svilupperebbe gradualmente, suggerendo una resa dei conti improvvisa in cui l’intelligenza artificiale sostituirà la maggior parte del lavoro umano.

Ted Goertzel, professore di sociologia alla Rutgers University-Camden, paragona le preoccupazioni sull'intelligenza artificiale al "panico da sterminio" del passato e ne riconosce il potenziale impatto sulla guerra futura.

Nel complesso, le intuizioni di Chace provocano una discussione sulle complessità dell'intelligenza artificiale e dello #Future dell'occupazione, sfidando la saggezza convenzionale in un mondo sempre più automatizzato.

Fonte: cointelegraph.com

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