Cos’è l’avversione alla perdita e la sua relazione con i mercati Bitcoin?

- Santo cielo! Non l'ho venduto a 60 e ora è a 40g!

- Ma hai comprato a 20 anni, guadagni ancora... perché non vendi)?

- Avrei dovuto vendere a 60, aspetto che salga ancora

Ci sei passato?

Questo ha un nome: avversione alla perdita.

Il concetto è stato sviluppato dallo psicologo e premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman (sì, uno psicologo ha vinto un premio per l’economia).

Considerato il padre dell’economia comportamentale, Kahneman descrive questo sentimento come la tendenza delle persone a valutare le perdite in modo più significativo rispetto ai guadagni equivalenti.

Questo fenomeno psicologico è spesso intensificato nei mercati volatili dei Bitcoin, dove le fluttuazioni sono all’ordine del giorno.

Anche se la posizione è ancora redditizia, l’avversione alla perdita può portare a sentimenti di angoscia quando i prezzi scendono, anche se si è ancora in profitto. L’ansia per non aver venduto al culmine diventa una danza emotiva che riflette la complessa relazione tra le nostre emozioni e le finanze digitali.

Comprendere e gestire l’avversione alle perdite è essenziale nel gioco delle criptovalute. Poiché, in questo mondo caratterizzato da elevata volatilità, bilanciare il processo decisionale razionale con le emozioni può fare la differenza tra un investimento di successo e la sensazione di aver perso un’opportunità unica.

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