Secondo Cointelegraph, l'indagine sulla piattaforma di social media X si è conclusa dopo che la piattaforma ha accettato di soddisfare i requisiti di conformità stabiliti dalla Commissione europea per la protezione dei dati (DPC). Il 4 settembre, X ha accettato di cessare di utilizzare i dati personali degli utenti che si trovano all'interno dell'Unione europea e dello Spazio economico europeo (SEE) per addestrare il suo chatbot di intelligenza artificiale Grok. La società dietro le operazioni di X, Twitter International Unlimited Company, cancellerà i dati precedenti dal 7 maggio al 1° agosto e non raccoglierà ulteriori dati per sviluppare, migliorare o addestrare Grok. La DPC ha presentato il reclamo iniziale, citando un rischio per i "diritti e le libertà fondamentali delle persone". Questa è stata la prima volta che l'organismo di controllo dei dati dell'UE ha dovuto adottare tale azione ai sensi della Sezione 134 del Data Protection Act del 2018. Il commissario della DPC Des Hogan ha accolto con favore l'esito, affermando che protegge i diritti dei cittadini UE/SEE. Ha sottolineato il ruolo della DPC nel garantire il miglior risultato per gli interessati e il suo impegno a intraprendere azioni appropriate ove necessario. Prima di accettare le condizioni, Twitter International ha respinto le accuse del DPC, sostenendo la conformità ai requisiti GDPR dell'UE e definendo gli ordini "draconiani". Tuttavia, poiché X ha accettato le misure, il caso è stato archiviato. Il caso contro il DPC non è l'unica battaglia che X sta attualmente affrontando. Il 30 agosto, le autorità di regolamentazione in Brasile hanno sospeso la piattaforma dopo che Elon Musk, il proprietario della piattaforma, si è rifiutato di nominare un rappresentante legale per l'azienda nel paese. La Corte suprema brasiliana ha confermato la decisione il 2 settembre in una decisione unanime presa da cinque giudici. Musk ha lasciato intendere agli utenti di X in Brasile che dovrebbero sfidare la sentenza del giudice contro l'uso di VPN per accedere alla piattaforma nonostante le potenziali multe. In precedenza si è anche espresso contro il giudice della Corte suprema brasiliana Alexandre de Moraes, accusandolo di essere "malvagio" e un "dittatore" per aver presumibilmente praticato una "censura politica illegale" su X.