Secondo Bloomberg, la polizia cinese ha condotto una serie di raid per frenare le transazioni illegali in valuta estera che coinvolgono miliardi di dollari in criptovalute. Questi presunti casi includono un caso di criptovaluta segnalato separatamente a maggio. Le cosiddette repressioni, che hanno interessato Pechino, la provincia di Jilin nel nord-est e la città di Chengdu nel sud-ovest, sono state segnalate dalle autorità municipali e dai media statali. Questi sono segnali che la domanda cinese continua a svolgere un ruolo importante nei mercati degli asset digitali, nonostante Pechino abbia vietato il commercio di criptovalute più di due anni fa.

Chainalysis, un'analisi blockchain, stima che circa 86 miliardi di dollari in criptovalute siano affluiti in Cina nei 12 mesi fino a giugno 2023. Anche se questo dato è in calo rispetto ai livelli pre-divieto, si tratta comunque di un aumento significativo a livello globale. Secondo un rapporto pubblicato dall'Ufficio municipale di pubblica sicurezza di Chengdu tramite WeChat, è stato reso pubblico un caso riguardante un trasferimento di 13,8 miliardi di yuan. Secondo l'articolo, dall'inizio del 2021 sono state arrestate 193 persone per questo tipo di attività.

Secondo un articolo di WeChat dell'Ufficio di pubblica sicurezza della città di Panshi, nella provincia di Jilin, la banda accusata di aver trasferito illegalmente 2 miliardi di yuan ha ottenuto token digitali attraverso transazioni over-the-counter per aiutare a convertire lo yuan in won coreano. La polizia di Pechino afferma di aver arrestato 11 bande clandestine in tutto il Paese, alcune delle quali utilizzavano valute virtuali per nascondere le proprie attività. Lo riferisce un rapporto dell'agenzia di stampa Xinhua riprodotto dall'emittente statale CCTV.