Secondo U.Today, la "Legge sulla proibizione dell'estrazione di criptovalute e di altri asset virtuali" dell'Angola è entrata ufficialmente in vigore il 10 aprile. La legge criminalizza l'estrazione di criptovalute, con potenziali pene detentive che vanno da 1 a 12 anni. La legislazione mira a contrastare le reti organizzate di mining di criptovalute e a proteggere il sistema elettrico nazionale dalla significativa domanda di elettricità delle operazioni di mining. Il 28 febbraio i legislatori angolani hanno approvato la proposta di vietare e criminalizzare il mining di criptovalute. La legge prende di mira gli individui sorpresi a estrarre criptovalute con sistemi informatici e apparecchiature associate, imponendo severe sanzioni, inclusa la reclusione.

La legge è stata emanata a causa delle preoccupazioni per la tensione sul sistema elettrico nazionale causata dalle attività di mining di criptovalute. Secondo quanto riferito, le operazioni minerarie consumano circa 9,6 MW di elettricità al giorno, equivalenti al fabbisogno di 3.000 famiglie, incidendo sulla stabilità dell’approvvigionamento elettrico nazionale. Nonostante la capacità di produzione elettrica installata in Angola sia di 6.200 MW al giorno, una distribuzione efficiente dell'energia rimane una sfida, soprattutto considerando l'attuale domanda giornaliera di 5.500 MW.

Passando ad altre notizie, Bitcoin ha vissuto il suo quarto halving in assoluto il 19 aprile, dopo aver raggiunto il suo 840.000esimo blocco. Questo traguardo innesca una riduzione dei premi minerari, dimezzandoli da 6,25 BTC a 3,125 BTC per blocco estratto in futuro. Il dimezzamento del Bitcoin è un processo programmato incorporato nel protocollo Bitcoin, che si verifica circa ogni 210.000 blocchi, ovvero circa ogni quattro anni. Questo meccanismo è progettato per controllare l'emissione di nuovi Bitcoin, diminuendo gradualmente il tasso di offerta per mantenere la scarsità e adattarsi alla crescente adozione della rete e alle capacità di mining.