Bitcoin (BTC) è sceso ai suoi livelli più bassi di dicembre, scendendo sotto i 92.000 dollari, e molti appassionati di criptovalute stanno cercando di capire perché. Chris Burniske, ex responsabile delle criptovalute di ARK Invest e attuale partner di Placeholder VC, ha condiviso le sue opinioni mentre guarda al quadro generale, non solo al mondo delle criptovalute.
Secondo la visione di Burniske, il calo di Bitcoin a fine anno riguarda meno la perdita di interesse da parte degli investitori e più i modelli finanziari stagionali che ora influenzano il mercato delle criptovalute. Con il lancio tanto atteso di più ETF Bitcoin ed Ethereum nel 2024, le criptovalute sono diventate più strettamente collegate alla finanza tradizionale.
carta
Questa connessione amplifica gli effetti delle attività di fine anno come il riequilibrio del portafoglio e la riconciliazione dei conti.
Nonostante il $BTC giochi con il fuoco, $ETHBTC, $SOLETH e $SOLBTC continuano a lavorare. Questo mi mostra che non si tratta tanto di una diminuzione dell'appetito per il rischio, quanto piuttosto di flussi di fine anno man mano che le persone sistemano i propri conti per il 2024.
— Chris Burniske (@cburniske) 30 dicembre 2024
È interessante vedere che mentre il BTC sta lottando, altri asset crypto come ETH e SOL si stanno mantenendo o addirittura guadagnando slancio, nota Burniske. Questo va contro l'idea che il mercato stia totalmente evitando il rischio e suggerisce che si tratta più delle consuete operazioni di fine anno.
Sembra che le strategie di trading e gli algoritmi, che sono spesso influenzati dalle istituzioni, siano cambiati per adattarsi a queste tendenze stagionali.
carta
La stagione delle festività è solitamente un periodo lento per il trading, quindi è interessante vedere come stia influenzando le criptovalute. È stato un grande anno per il mercato degli asset digitali, con nuovi ETF lanciati e più persone coinvolte.
Detto ciò, le criptovalute sono ora ufficialmente parte del mercato azionario, che ci piaccia o no. Questo significa che la correlazione con gli asset principali, o almeno con i loro principali modelli comportamentali, è qui per restare, il che non si può evitare.