Ethan Vera, COO della società di servizi di mining di criptovalute Luxor Technologies, ha dichiarato a Bloomberg in un'intervista che "Il presidente eletto Donald Trump ha parlato di incoraggiare un maggiore mining di bitcoin negli Stati Uniti — e di far sì che tutti i bitcoin rimanenti vengano estratti negli Stati Uniti — ma non è chiaro se ciò sia fattibile." Ha spiegato che "meno del 50 percento della hashrate totale dedicata al mining di bitcoin proviene attualmente da miner con sede negli Stati Uniti, con Cina e Russia che guidano il gruppo." La valutazione cauta di Vera deriva dai significativi requisiti infrastrutturali ed energetici associati al mining di bitcoin. La Cina, che attualmente domina il mining globale di bitcoin con una quota di hashrate superiore al 65%, ha un vantaggio comparativo grazie alle sue vaste risorse idroelettriche e ai bassi costi energetici. Al contrario, gli Stati Uniti si affidano pesantemente ai combustibili fossili per la generazione di elettricità, rendendoli una posizione meno conveniente per le operazioni di mining di bitcoin su larga scala. Vera sottolinea che, sebbene le intenzioni di Trump possano essere benintenzionate, la realtà del mining di bitcoin è guidata da fattori economici e vincoli tecnologici. Resta da vedere se gli Stati Uniti possano superare queste sfide e diventare un attore più competitivo nel panorama globale del mining di bitcoin.