Il governo del Giappone ha chiarito la sua riluttanza a includere Bitcoin nelle sue riserve valutarie in risposta alla domanda di Hamada Satoshi.
Secondo un rapporto di Coinpost, il primo ministro Ishiba Shigeru ha rilasciato una dichiarazione ufficiale il 20 dicembre in risposta alla domanda del senatore (Rassho) Hamada Satoshi.
Il governo ha ammesso di non avere informazioni dettagliate su come altre nazioni adotteranno Bitcoin nelle riserve nazionali, poiché queste discussioni sono ancora nelle fasi iniziali.
All'inizio di questo mese, l'11 dicembre, il senatore Hamada ha proposto che il Giappone prenda in considerazione l'idea di unirsi ad altri paesi per trasformare parte delle sue riserve valutarie in Bitcoin.
Il governo, tuttavia, ha presentato la sua risposta, sottolineando che gli asset crittografici non si conformano alla attuale definizione legale di valuta estera. Inoltre, le riserve del Giappone mirano a stabilizzare gli asset denominati in valuta estera e i mercati obbligazionari.
Il Giappone rimane cauto nel mantenere Bitcoin nella riserva nazionale
Le massime priorità del Giappone sono la sicurezza e la liquidità, il che significa che la sua posizione sulle fluttuazioni del prezzo di Bitcoin non corrisponde a quella.
In un momento in cui un consenso crescente sta prendendo piede all'interno e all'esterno del Giappone sul fatto di inserire gli asset crittografici nelle riserve nazionali, la risposta di Ishiba è cauta.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha recentemente dichiarato che la Fed non può detenere Bitcoin, ma il presidente eletto Trump e alcuni legislatori repubblicani vogliono una riserva strategica di Bitcoin.
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