Secondo ChainCatcher, riportato da Coinpost, il governo giapponese ha risposto formalmente all'interrogazione del senatore Akira Hamada riguardo al "progresso delle riserve in bitcoin negli Stati Uniti e in altri paesi". Akira Hamada aveva precedentemente proposto, l'11 dicembre, che "il Giappone dovrebbe seguire l'esempio di Stati Uniti e altri paesi e considerare di convertire parte delle riserve valutarie in bitcoin e altri asset crittografici".
In merito, il governo giapponese ha dichiarato di non avere attualmente una comprensione dettagliata delle dinamiche relative agli Stati Uniti e ad altri paesi, ritenendo che le discussioni di altri paesi sull'introduzione di riserve in bitcoin siano ancora in corso, "è difficile per il governo esprimere una posizione su situazioni specifiche". Secondo il quadro giuridico delle operazioni contabili speciali, "gli asset crittografici non rientrano nelle valute estere", le attuali riserve valutarie mirano a mantenere la stabilità degli asset in valuta estera e del mercato delle obbligazioni in valuta estera.
Il documento di difesa sottolinea più volte che le operazioni contabili speciali garantiranno la sicurezza e la liquidità delle riserve valutarie come priorità, suggerendo che la volatilità di asset crittografici come il bitcoin non è in linea con il sistema attuale.