Odaily星球日报讯 Il governo giapponese ha recentemente risposto ufficialmente all'interrogazione del senatore Satoshi Hamada riguardo agli sviluppi più recenti sull'adozione delle riserve in bitcoin negli Stati Uniti e in altri paesi. La risposta scritta è stata pubblicata a nome del primo ministro Shinzo Abe, chiarendo la posizione del governo sulla possibilità di detenere beni crittografici come riserve. Il senatore Hamada ha dichiarato l'11 di questo mese: “Ritengo che il Giappone dovrebbe seguire l'esempio degli Stati Uniti e considerare di investire parte delle riserve valutarie in bitcoin e altri beni crittografici”, e ha richiesto il parere del governo. La risposta ha indicato che il Giappone al momento non ha conoscenza dei movimenti degli Stati Uniti e di altri paesi riguardo all'adozione delle riserve in bitcoin, poiché questi piani sono ancora in fase di discussione, “è difficile per il governo esprimere una propria opinione”. Inoltre, secondo il quadro giuridico delle operazioni sui conti speciali, “i beni crittografici non rientrano nella categoria delle valute estere”, le attuali riserve valutarie sono destinate a stabilizzare gli attivi in valuta estera e il mercato delle obbligazioni in valuta estera. La risposta ha sottolineato più volte che la gestione dei conti speciali pone la sicurezza e la liquidità delle riserve valutarie al primo posto. Questo dimostra che il governo riconosce l'incoerenza della volatilità (fluttuazione dei prezzi) dei beni crittografici, incluso il bitcoin, con l'attuale sistema. La risposta ufficiale del primo ministro Abe sottolinea nuovamente che con il progresso delle discussioni nazionali e internazionali sull'inclusione dei beni crittografici nella strategia di riserva nazionale, il governo giapponese mantiene una posizione cauto.