Di Omkar Godbole (tutti gli orari sono ET, salvo diversa indicazione)
Tenere d'occhio l'Estremo Oriente è stato il nostro mantra ultimamente, e le ultime notizie dal mercato obbligazionario cinese mostrano perché. Proprio oggi, il rendimento dei titoli di Stato cinesi a un anno è sceso sotto l'1% per la prima volta dalla Grande Crisi Finanziaria, aggiungendosi alla flessione dell'anno in corso.
Il rendimento di riferimento a 10 anni è scivolato all'1,7%. Questo sviluppo evidenzia che i problemi economici della Cina sono tutt'altro che finiti e il governo potrebbe dover attuare misure di stimolo più aggressive di quanto previsto in precedenza. Jeroen Blokland, fondatore e gestore del Blokland Smart Multi-Asset Fund, ha sottolineato questo punto affermando che il continuo calo dei rendimenti in Cina suggerisce che "dovranno abbassare i tassi di interesse verso lo zero".
Inoltre, questa situazione in Cina solleva anche interrogativi sulle recenti preoccupazioni del presidente della Federal Reserve Jerome Powell sui tassi di interesse.
La Cina, in quanto fabbrica del mondo, ha già sperimentato il periodo più lungo di prezzi in calo dalla fine degli anni '90, il che potrebbe limitare le letture PPI e CPI in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti, un importante partner commerciale. Gli analisti di BNP Paribas hanno sottolineato che la Cina ha già contribuito ad abbassare l'inflazione di base nell'Eurozona e negli Stati Uniti di circa 0,1 punti percentuali e l'inflazione di base dei beni di circa 0,5 punti percentuali.
Ciò implica che le preoccupazioni di Powell sull'inflazione ostinata potrebbero essere ingiustificate e ci si chiede se si limiterà davvero a due soli tagli dei tassi per il 2025, come ha lasciato intendere mercoledì. Molti esperti ritengono che potrebbero essercene di più. "Le preoccupazioni della Fed sull'inflazione sono fuorvianti", ha affermato Dan Tapiero, CEO e CIO di 10T Holdings.
“I tassi di interesse sono ancora troppo alti negli Stati Uniti e la liquidità sta per aumentare, spingendo il Bitcoin verso l’alto.”
Tuttavia, l'attuale sentiment del mercato sembra contraddire questo ottimismo. Le criptovalute stanno subendo un calo significativo, con tutte le prime 100 monete che lampeggiano in rosso. I futures legati all'S&P 500 sono in calo dello 0,5%, indicando un'apertura negativa e la continuazione dell'ambiente risk-off post-Fed.
Il sentiment potrebbe peggiorare se il PCE core, l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, dovesse rivelarsi più caldo del previsto più tardi oggi. Per riassumere, mentre i recenti sviluppi in Cina suggeriscono la possibilità di maggiori misure di stimolo e un periodo prolungato di bassi tassi di interesse, l'attuale sentiment del mercato sembra essere ribassista a causa delle preoccupazioni sull'inflazione e sui potenziali cambiamenti nella politica monetaria.
Resta da vedere quale sarà l'impatto finale di questi fattori sui mercati finanziari globali, comprese le criptovalute.
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