Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, è comparso davanti a un giudice parigino venerdì per il suo primo interrogatorio approfondito riguardo a presunta complicità in attività criminali facilitate tramite la piattaforma di messaggistica.

Durov, che rimane in Francia sotto sorveglianza giudiziaria dopo il suo rilascio di agosto con una cauzione di 5 milioni di euro, affronta accuse per non aver affrontato la distribuzione di contenuti illeciti, inclusi materiali di sfruttamento infantile e narcotici, su Telegram.

“Ho fiducia nel sistema giudiziario francese,” ha detto Durov durante una pausa a metà giornata al Tribunale di Giustizia di Parigi, dove è arrivato con i suoi avvocati, David-Olivier Kaminski e Christophe Ingrain.

Le sue condizioni di rilascio includono visite bisettimanali con le autorità e un divieto di viaggio.

Nonostante la pressione legale, fonti vicine al caso suggeriscono che Telegram ha da allora aumentato la sua cooperazione con le forze dell'ordine, affrontando le richieste giudiziarie in modo più tempestivo.

Durov, che in precedenza ha criticato il caso come “sbagliato,” ha riconosciuto le sfide poste dalla crescente base di utenti di Telegram, che stima in 950 milioni di utenti attivi mensili.

L'indagine ha anche riacceso preoccupazioni sull'impatto di Telegram sull'ecosistema blockchain TON e sulla sua criptovaluta nativa Toncoin.

Mentre la battaglia legale di Durov si svolge, Telegram ha implementato aggiornamenti della politica sulla privacy e ha rafforzato gli sforzi di moderazione.

Il caso ha attirato l'attenzione internazionale, con Mosca che avverte contro una potenziale persecuzione politica, evidenziando il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e controllo normativo.