Secondo Decrypt, il CEO di OpenAI Sam Altman ha criticato il New York Times per la sua causa contro lo sviluppatore di IA, accusandoli di violazione del copyright. La causa, depositata a dicembre, sostiene che OpenAI e Microsoft abbiano utilizzato articoli del New York Times per addestrare modelli di IA senza una licenza adeguata. Altman ha espresso le sue opinioni durante un'intervista con il giornalista del New York Times Andrew Ross Sorkin al DealBook Summit a New York City.
Altman si è astenuto dal discutere dettagli specifici ma ha suggerito che il New York Times si trova dalla parte sbagliata della storia riguardo al ruolo dell'IA nell'industria dei media. Ha sottolineato la necessità di un sistema equo per compensare i creatori per l'uso del loro lavoro, proponendo un modello di opt-in in cui i creatori potrebbero guadagnare micropagamenti quando il loro contenuto viene utilizzato per generare risposte dall'IA.
Il New York Times sostiene che OpenAI ha dato priorità ai loro contenuti nello sviluppo di modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) come ChatGPT, che sono addestrati su ampi dataset per comprendere i modelli linguistici. OpenAI, tuttavia, contesta queste affermazioni, sostenendo che il Times ha manipolato le richieste per far produrre a ChatGPT risposte specifiche. L'azienda di IA sostiene che i loro modelli non si comportano normalmente come suggerisce il Times, implicando che il giornale abbia istruito il modello a ripetere contenuti o scelto esempi in modo selettivo.
La causa legale fa parte di un'onda più ampia di azioni legali contro OpenAI, con altri querelanti tra cui gli autori George R.R. Martin, John Grisham e la comica Sarah Silverman. Di recente, un giudice federale ha accolto una mozione della Authors Guild per costringere OpenAI a produrre comunicazioni da parte di dipendenti che utilizzavano i social media per scopi lavorativi.
Altman sostiene nuovi modelli economici per supportare i creatori, suggerendo che le discussioni sull'uso equo debbano evolversi. Crede che i creatori dovrebbero avere opportunità per nuove fonti di reddito, allineandosi con un approccio al diritto di apprendere che bilancia innovazione e giusta compensazione.