Satoshi Nakamoto non utilizza portafogli e monete troppo vecchi per evitare attenzioni indesiderate. Preleva fondi estratti in modo anonimo dal 2010. Questa ipotesi è stata espressa sul sito web del progetto BTCparser.
"La mia teoria si concentra sul denaro, non sulla personalità, e questo mi porta a credere che la misteriosa mega balena del 2010 potrebbe essere lo stesso Satoshi o un membro della [sua] organizzazione Satoshi", ha osservato l'autore.
Secondo la teoria, dopo aver lasciato lo spazio pubblico, il creatore della prima criptovaluta ha iniziato a estrarre Bitcoin in modo anonimo e ha accumulato una fortuna significativa. Nel 2010 ha aperto numerosi portafogli, ognuno dei quali ha lasciato 50 BTC.
Da allora il programmatore ha utilizzato proprio questi strumenti, “risvegliandoli” gradualmente da un lungo letargo. Ha lasciato da parte i portafogli originali del 2009 associati al personaggio online di Satoshi per motivi di privacy.
L'autore ha compilato un elenco di presunti portafogli Satoshi basato su una serie di criteri:
tutte le monete su di essi sono state estratte poco dopo il lancio di Bitcoin, ma dopo la scomparsa di Satoshi;
tutti i portafogli contenevano esattamente 50 BTC, non sono state registrate altre transazioni fino al “risveglio”;
i fondi vengono raggruppati su un indirizzo in formato P2SH (solitamente utilizzato come deposito a garanzia) e inviati in parti uguali a diversi indirizzi bech32.
Dal 2019 il ricercatore ha monitorato gli indirizzi selezionati e ha scoperto che durante questo periodo sono stati prelevati 24.000 BTC dai portafogli “svegliati” del presunto Satoshi.
Il primo presunto incasso di monete è avvenuto nel novembre 2019. L'ultima, il 15 novembre 2024, ha comportato il “risveglio” di 2.000 BTC su 40 portafogli per un valore totale di circa 176 milioni di dollari.
Secondo l’autore, Coinbase è presumibilmente a conoscenza dell’identità del “megakit” del 2010, poiché è su questo sito che sono finite le monete provenienti da indirizzi dormienti.
Ricordiamo che il programmatore Peter Todd confuta ancora le conclusioni del documentario della HBO, in cui è stato definito il creatore di Bitcoin.