Tassazione crypto emendamento

In un momento storico in cui l'uso e il possesso di criptovalute si stanno diffondendo a un ritmo sostenuto, il Parlamento italiano si prepara a discutere un emendamento che potrebbe ridefinire la tassazione del settore crypto.

Presentata dall'onorevole Marcello Coppo, deputato di Fratelli d’Italia, la misura rientra nel contesto della Legge di Bilancio 2025 e mira a cambiare radicalmente il regime fiscale sulle plusvalenze da criptovalute al 42%.

Con l'obiettivo di semplificare e rendere le normative più eque, l'emendamento propone, tra le altre misure, l'eliminazione della soglia di esenzione e l'introduzione di una tassa sostitutiva per la rivalutazione degli attivi digitali.

Una proposta che sta già attirando l'attenzione di esperti e investitori, con potenziali cambiamenti significativi per il mercato delle criptovalute in Italia.

I punti salienti dell'emendamento sulla tassazione delle criptovalute

Sostituire il paragrafo 2 con il seguente:

2. Il testo unico delle imposte sui redditi, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, è modificato come segue:

a) al paragrafo 1, articolo 67, le parole: “, non inferiori a un totale di 2.000 euro nel periodo d'imposta” sono eliminate;

b) al paragrafo 9-bis, articolo 68, le parole: «per un importo superiore a 2.000 euro,» sono eliminate.

Eliminazione della soglia di esenzione di 2.000 euro per le plusvalenze da criptovalute:

  • Articolo 67, paragrafo 1: attualmente, le plusvalenze da criptovalute sono tassate solo se superano una soglia complessiva di 2.000 euro nel periodo d'imposta. L'emendamento propone di eliminare questa soglia, rendendo ogni plusvalenza tassabile, indipendentemente dall'importo.

  • Articolo 68, paragrafo 9-bis: questo paragrafo stabilisce come calcolare e dichiarare le plusvalenze. L'emendamento rimuove il riferimento alla soglia di 2.000 euro, standardizzando il trattamento fiscale.

La tassazione al 16%

2-ter. Ai fini della determinazione delle plusvalenze e delle perdite di cui alla lettera c-sexies) del paragrafo 1 dell'articolo 67 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per ciascun cripto-attivo detenuto al 1 gennaio 2025, il valore in quella data, determinato ai sensi dell'articolo 9 del suddetto testo unico, può essere assunto invece del costo o valore d'acquisto, a condizione che il suddetto valore sia soggetto a una tassa sostitutiva sulle imposte sui redditi al tasso del 16%.

Rivalutazione degli cripto-attivi:

  • Per determinare le plusvalenze e le perdite relative agli cripto-attivi (ora inclusi nella lettera c-sexies dell'articolo 67 del TUIR), viene offerta un'opzione: assumere il valore di mercato degli cripto-attivi al 1 gennaio 2025, invece del costo o valore d'acquisto originale.

  • Questa rivalutazione consente di "aggiornare" il valore delle criptovalute ai fini fiscali, riducendo i potenziali guadagni imponibili in caso di successiva vendita.

  • Per sfruttare questa possibilità, è prevista l'applicazione di una tassa sostitutiva del 16% sul valore rivalutato.

Conclusioni finali

In sintesi, l'emendamento Coppo propone un approccio ambizioso alla tassazione delle criptovalute, con l'introduzione di un'aliquota unica del 26% per le plusvalenze, eliminando la soglia di esenzione di 2.000 euro.

Allo stesso tempo, offre una possibilità di regolarizzazione per coloro che non hanno dichiarato in passato, grazie a una rivalutazione opzionale con una tassa sostitutiva del 16%. Questo potrebbe rappresentare un'opportunità per molti contribuenti di mettersi in regola e, allo stesso tempo, garantire significativi introiti per il Tesoro.

Nonostante alcune modifiche al testo iniziale, come la rimozione della parte che eliminava la soglia di 2.000 euro, la proposta rimane uno dei temi centrali nel dibattito fiscale sul settore crypto in Italia.

Ora non ci resta che attendere l'esito delle discussioni parlamentari, che nei prossimi giorni potrebbero segnare un punto di svolta storico per la regolamentazione del mercato delle criptovalute nel nostro paese.