Finisce il dramma di Dogecoin: gli investitori abbandonano il ricorso in appello contro Elon Musk
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Una causa che sostiene che Elon Musk di Tesla abbia truccato Dogecoin a vantaggio della sua azienda è terminata.
Secondo i resoconti, gli investitori che inizialmente sostenevano che Musk avesse manipolato il prezzo di Dogecoin hanno ritirato la loro denuncia. Inoltre, il gruppo sta ritirando la sua offerta di sanzionare gli avvocati di Musk per aver presumibilmente interferito con il ricorso, inclusa la cancellazione di una richiesta di copertura delle loro spese legali.
La causa sosteneva che Tesla e Musk hanno influenzato il prezzo di Dogecoin tramite post sui social media e dichiarazioni pubbliche. Hanno evidenziato l'apparizione di Musk al Saturday Night Live nel 2021, sostenendo che il proprietario di Tesla ha fatto commenti che hanno influenzato il prezzo del token, consentendogli di trarre profitto da queste oscillazioni di prezzo.
Le dichiarazioni pubbliche e le acrobazie di Elon Musk "hanno influenzato il prezzo del Dogecoin"
Gli investitori hanno intentato una causa contro Musk in risposta alle sue dichiarazioni e ai suoi post che presumibilmente hanno influenzato il prezzo del Dogecoin. La causa ha evidenziato la presenza di Musk al Saturday Night Live della NBC nel 2021, dove ha condiviso le sue opinioni sul Dogecoin, spingendo il prezzo del token ad aumentare.
Secondo i querelanti, Musk ha manipolato il mercato a suo vantaggio. Hanno affermato che Musk ha manipolato il mercato tramite post su Twitter/X, aggiungendo il tag "CEO di Dogecoin" e utilizzando il simbolo DOGE come parte della sua biografia.
Il gruppo ha affermato che il prezzo del token è aumentato dopo che Musk ha commentato, inclusa una dichiarazione secondo cui Tesla accetterà Dogecoin come metodo di pagamento. I querelanti chiedevano un risarcimento danni di 258 miliardi di dollari a Elon Musk.
La corte respinge il caso contro il CEO di Tesla
La corte ha già respinto il caso contro Tesla e Musk lo scorso agosto. Nel respingere il caso, il giudice distrettuale statunitense Alvin Hellerstein ha sostenuto che i querelanti non possono provare titoli basati esclusivamente sul post di Musk sui social media.