Hive, una società di intelligenza artificiale e mining di bitcoin, ha recentemente rivelato di aver iniziato a lavorare su un sito precedentemente annunciato in Paraguay. Rinnoverà anche parte del suo hardware di mining. Per questo, Hive ha rivelato un investimento di quasi 20 milioni di $ in circuiti integrati specifici per applicazione (ASIC) a marchio Canaan.
Hive ha rivelato di aver acquistato 6.500 unità Canaan Avalon A1566, 500 delle quali in arrivo questa settimana e le restanti in consegna in quattro rate mensili da dicembre 2024 a marzo 2025. Il presidente e CEO di Hive, Aydin Kilic, ha sottolineato la rilevanza di questa acquisizione per l'azienda, affermando che rappresenta "un significativo progresso nella nostra strategia di investimento con ROI ottimizzato".
I minatori Canaan sostituiscono i modelli più vecchi con meno potenza ed efficienza di mining, consentendo a Hive di aumentare i suoi numeri di mining, poiché l'Avalon A1566 è stato selezionato "in base al suo ROI superiore sia in condizioni di mercato ribassista che rialzista", secondo le dichiarazioni di Hive.
Per quanto riguarda il sito minerario paraguaiano, Hive ha rivelato che la costruzione era già iniziata e che tutto l'hardware elettrico era già stato ordinato. "Prevediamo che 30 MW di capacità di mining, equivalenti a circa 2 EH/s, saranno operativi entro l'inizio del secondo trimestre del 2025, portando l'hashrate totale di HIVE a 8 EH/s entro la fine del secondo trimestre del 2025", ha sottolineato Kilic.
Questa mossa dissipa i dubbi precedenti al primo annuncio di luglio, che segnalava che le negoziazioni erano in uno stato avanzato ma dipendevano ancora dall'approvazione finale della società. I movimenti di Hive sono avvenuti quando molte società minerarie già operative nel paese hanno protestato contro gli aumenti di potenza che hanno influenzato la sostenibilità economica delle loro attività.
Tuttavia, il governo ha respinto queste preoccupazioni e le proteste sulla legalità di questi aumenti e diverse organizzazioni si sono concentrate sullo spostamento dei loro siti in paesi più favorevoli alle criptovalute, come il Brasile o persino El Salvador.
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