Ilya Lichtenstein, che ha orchestrato il furto nel 2016 di oltre 119.000 Bitcoin dall'exchange di criptovalute Bitfinex, è stato condannato a 60 mesi di prigione per riciclaggio di denaro, ha affermato mercoledì il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.


La sentenza segna una conclusione significativa per uno dei più grandi furti informatici della storia, che ha portato al recupero di circa 10 miliardi di dollari di beni rubati.


La condanna segue un'indagine durata sette anni che ha coinvolto numerose agenzie statunitensi, tra cui l'unità IRS-Criminal Investigations, il Federal Bureau of Investigation e la Homeland Security Investigations, insieme alla società di analisi forense blockchain TRM Labs.


Le azioni di Lichtenstein, in collaborazione con la moglie Heather "Razzlekhan" Morgan, hanno comportato il riciclaggio di circa 120.000 Bitcoin, per un valore di circa 4,5 miliardi di dollari al momento del recupero. Morgan dovrebbe essere condannato il 18 novembre.


Dopo essersi dichiarato colpevole di accuse di riciclaggio di denaro nell'agosto 2023, Lichtenstein ha poi ammesso di aver sfruttato una vulnerabilità nell'infrastruttura di sicurezza di Bitfinex nel 2016 per sottrarre Bitcoin per un valore di circa 71 milioni di dollari.


Secondo le dichiarazioni del DOJ, Lichtenstein ha utilizzato tecniche di hacking sofisticate per violare la sicurezza di Bitfinex, ottenendo accesso non autorizzato alla sua rete. Ha avviato oltre 2.000 transazioni per trasferire 119.754 Bitcoin in un portafoglio personale.


Lichtenstein ha poi trasferito i fondi attraverso migliaia di complesse transazioni sui mercati e sugli exchange del darknet, sfruttando strumenti per la privacy come i coin mixer e le criptovalute incentrate sulla privacy per coprire le sue tracce.


Nonostante gli sforzi per oscurare la pista, gli strumenti di intelligence blockchain hanno consentito alle autorità di rintracciare i beni e di eseguire uno dei più grandi sequestri di criptovalute nella storia degli Stati Uniti.


Nel 2022 le forze dell'ordine hanno recuperato circa 94.000 BTC da un singolo portafoglio, per un valore ora stimato in miliardi, segnando una pietra miliare fondamentale nelle indagini.


Successive ricerche hanno portato alla luce ulteriori beni, tra cui oro fisico, monete digitali e dollari statunitensi.


"Questo caso dimostra quanto siano progredite le indagini sulle criptovalute, in particolare perché la tecnologia blockchain sta diventando sempre più parte integrante dell'applicazione della legge sui reati finanziari", ha affermato giovedì TRM Labs. "Mentre i reati basati sulle criptovalute continuano a evolversi, devono farlo anche gli strumenti e le tecniche utilizzati dalle forze dell'ordine, e casi come Bitfinex evidenziano la necessità di continui progressi nel monitoraggio delle criptovalute".