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Il settore crypto italiano è molto preoccupato perché si sta diffondendo la convinzione che, se l'aumento delle tasse sulle plusvalenze derivanti dalle criptovalute in Italia venisse effettivamente approvato, il suo impatto potrebbe essere devastante.

Lo spiegano alcuni firmatari della lettera aperta pubblicata alla fine della scorsa settimana da un nutrito elenco di operatori del settore.

Il settore delle criptovalute in Italia e il potenziale impatto catastrofico delle nuove tasse

Il provvedimento, presentato ufficialmente in conferenza stampa dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo, prevede l'aumento dal 26% al 42% della tassazione sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di criptovalute in Italia.

Questa misura non prevede un aumento della tassazione sulle plusvalenze su altri asset finanziari, ma solo su quelle potenzialmente prodotte dalle vendite di criptovalute.

Inoltre, si tratta di una misura che avrebbe un impatto solo sul settore crypto italiano, senza alcun impatto sul settore crypto globale. Infatti, non c'è stata alcuna reazione da parte dei mercati crypto alla notizia.

Nella lettera aperta inviata al MEF (Ministero dell'Economia) e al Governo italiano si afferma che l'aliquota fiscale del 42% sulle plusvalenze derivanti dalle criptovalute danneggia l'innovazione tecnologica in Italia.

In Italia sono ben 150 i VASP (Virtual Asset Service Provider) iscritti al registro ufficiale OAM e il settore nel Paese genera un fatturato di circa 2,7 miliardi di euro, con un incremento dell'85% rispetto al 2023.

Non si tratta quindi di un settore irrilevante, anche perché secondo i dati ufficiali di OAM, a giugno 2024 erano oltre 1,3 milioni le persone in Italia che detenevano cripto-asset presso intermediari autorizzati. A queste, bisogna aggiungere tutte quelle che invece le detengono su wallet non custodial.

L'Italia ha circa 59 milioni di abitanti, quindi il provvedimento riguarderebbe almeno più del 2% dell'intera popolazione.

L’impatto sul settore crypto italiano

Nella lettera aperta si afferma che l’aumento della tassazione metterebbe l’industria italiana dei servizi crittografici in una posizione di notevole svantaggio, compromettendo l’innovazione e l’attrattiva del Paese per investitori, start-up e talenti tecnologici.

Inoltre, rallenterebbe lo sviluppo in Italia di progetti innovativi supportati o basati sulle cripto-attività, rendendo più difficile per le aziende attrarre capitali.

Infatti, in un contesto fiscale meno favorevole, investitori e aziende sposterebbero l’attenzione e le operazioni verso paesi con normative più flessibili e attraenti, come la vicina Svizzera dove non esiste alcuna tassazione sulle plusvalenze.

In altre parole, si assisterebbe a una fuga di capitali e “cervelli” dal settore crypto italiano verso settori crypto esteri, come quello svizzero, che è uno dei più grandi in Europa. Si favorirebbe inoltre una “fuga di cervelli” in settori come l’informatica, la crittografia e il diritto digitale, cruciali per le sfide della digitalizzazione, con conseguente impoverimento del capitale umano e perdita di competitività a lungo termine.

C'è addirittura la possibilità che alla fine, col tempo, tutto questo si traduca in una diminuzione delle entrate fiscali per lo Stato italiano, perché a fuggire saranno soprattutto i capitali più grandi.

L'emendamento

Non tutti i politici italiani, però, sono d'accordo con questa misura.

Un esponente della Lega, Giulio Centemero, ha dichiarato che intende presentare un emendamento al Parlamento per impedire l'approvazione del provvedimento.

Il provvedimento proposto dal viceministro Leo, che invece fa capo a Fratelli d’Italia, non è stato ancora approvato.

E' incluso nella bozza della manovra finanziaria che sarà presentata al Parlamento questa settimana.

La manovra finanziaria del 2025 dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2024 e riguarda azioni che saranno intraprese nel 2025. Da qui alla fine dell'anno, il Parlamento potrà emendare la bozza del testo, fino a giungere a un testo definitivo che dovrebbe essere approvato verosimilmente entro la fine di dicembre.

Quindi, se l’iniziativa di Centemero avrà successo – il che non è garantito – la misura proposta da Leo potrà essere rimossa dal testo finale del bilancio, o modificata.

Nel corso dei prossimi giorni si saprà se l'emendamento verrà effettivamente presentato e messo ai voti, in cosa consisterà e se verrà approvato dal Parlamento.

L'attacco congiunto di Consob e Bce

La strada per arrivare all’approvazione dell’emendamento non sarà affatto semplice.

Infatti, insieme all’annuncio del viceministro Leo, sono state pubblicate due notizie che rafforzano l’idea che una parte della politica italiana ed europea sia ostile al settore delle criptovalute.

The first concerns the statements of Consob Commissioner Federico Cornelli in the Catholic newspaper Avvenire. 

Cornelli cita addirittura la Dottrina sociale della Chiesa, secondo cui il risparmio ha anche una funzione sociale. A questo proposito, sostiene che le criptovalute non hanno una funzione sociale, giustificando così misure repressive nei confronti, indirettamente, anche del settore crypto italiano.

Contro le criptovalute si sono espressi anche gli economisti della Banca Centrale Europea Ulrich Bindseil e Jurgen Schaaf, famosi per aver previsto il crollo del settore cripto a novembre 2022, quando FTX chiuse.

Bindseil e Schaaf sostengono che la promessa originale di Nakamoto di fornire al mondo un mezzo di pagamento globale non si è materializzata e che la maggior parte degli economisti sostiene che il boom di Bitcoin è solo una bolla speculativa che alla fine scoppierà. Affermano anche che Bitcoin non aumenta il potenziale produttivo dell'economia e che gli effetti di ricchezza sui consumi dei primi detentori di Bitcoin possono verificarsi solo a spese dei consumi del resto della società.

A dire il vero, proprio quest'ultimo intervento, viste le azioni passate di Bindseil e Schaaf nel 2022, ha paradossalmente aumentato il sentiment positivo su Bitcoin, poiché proprio durante questo ottobre 2024 potrebbe teoricamente iniziare un nuovo bullrun.

Per ora, però, neanche l'attacco congiunto di Consob e Bce è riuscito a dissuadere l'onorevole Centemero dal presentare il suo emendamento; presentarlo è però una cosa, farlo approvare è un'altra.