La Federal Reserve statunitense sta attualmente “tentando qualcosa di senza precedenti”, poiché l’inflazione nel paese è scesa di un enorme 5,8% negli ultimi due anni – il calo più grande dagli anni ’80 – attestandosi al 2,4% a settembre.

Secondo l'outlet economico Kobeissi Letter sulla piattaforma di microblogging X (precedentemente nota come Twitter), il calo è "ancora più grande" del declino registrato durante la crisi finanziaria del 2008, e ha osservato che in passato "un calo del genere non si era mai verificato al di fuori delle recessioni".

I tagli ai tassi di interesse arrivano in particolare dopo che la Federal Reserve “ha condotto uno dei cicli di aumento dei tassi più aggressivi della storia, portando i tassi da quasi zero al 5,5% in 16 mesi”.

È incredibile: il tasso di inflazione CPI degli Stati Uniti è sceso di 5,8 punti percentuali negli ultimi due anni, il più alto dagli anni '80, e ha raggiunto il 2,4% a settembre. Si tratta di un calo biennale ancora più ampio di quello registrato durante la crisi finanziaria del 2008. In passato, un calo del genere è stato... pic.twitter.com/Yke3buBlVk

— The Kobeissi Letter (@KobeissiLetter) 17 ottobre 2024

L'outlet aggiunge che l'inflazione CPI di base è salita al 3,3% a settembre, nel suo primo aumento da marzo 2023. Come riportato, un indicatore economico "preoccupante" negli Stati Uniti sta attualmente indicando una recessione in arrivo dopo aver previsto con precisione le ultime recessioni degli ultimi 75 anni.

Nonostante queste metriche, il CEO di JPMorgan Chase Jamie Dimon è invece preoccupato per la situazione economica globale e per le minacce geopolitiche in corso provenienti da un “asse malvagio” che mostra “che le condizioni sono insidiose e stanno peggiorando”.

Ha osservato che l’inflazione sta diminuendo e che l’economia statunitense sembra aver evitato una recessione, sebbene “restano diversi problemi critici”, tra cui “grandi deficit fiscali, necessità di infrastrutture, ristrutturazione del commercio e rimilitarizzazione del mondo”.

Dimon ha lanciato l'allarme sull'instabilità geopolitica per oltre un anno e l'ha ripetutamente definita la più grande minaccia all'economia globale. Ha affermato, alla Financial Markets Quality Conference di Washington il mese scorso, che "Iran, Corea del Nord e Russia, penso che si possano legittimamente definire (un) asse malvagio".

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