La società di investimenti in criptovalute Canary Capital ha presentato domanda per la creazione di un fondo negoziato in borsa (ETF) spot XRP, diventando il secondo emittente a presentare un'offerta per un fondo XRP negli ultimi sette giorni.
In un documento depositato l'8 ottobre presso la Securities and Exchange Commission, Canary Capital ha affermato che il suo ETF avrebbe dato agli investitori accesso al mercato XRP (XRP $0,5324) "attraverso un conto di intermediazione tradizionale senza le potenziali barriere all'ingresso o i rischi connessi all'acquisizione e alla detenzione diretta di XRP".
Canary ha affermato che il suo ETF XRP avrebbe tracciato il prezzo di XRP utilizzando l'indice CF Ripple del Chicago Mercantile Exchange (CME), un prodotto di riferimento dei prezzi in tempo reale. L'ETF Canary XRP fornirà agli investitori un'esposizione a XRP. Fonte: SEC.
Canary Capital non ha rivelato chi sarebbe il depositario dell'ETF XRP, né ha chiarito sotto quale ticker sarebbe quotato il fondo. La decisione di Canary Capital di presentare la domanda per un ETF XRP arriva sette giorni dopo che il gestore di criptovalute Bitwise ha presentato la domanda per un fondo XRP alla SEC il 2 ottobre.
Attualmente l'XRP viene scambiato a 0,53 $, in rialzo dello 0,4% giornaliero e stabile nel corso della settimana.
#SCRLaunchpoolStarts! XRP è salito dello 0,4% il giorno successivo alla seconda richiesta per un ETF XRP. Fonte: Cointelegraph Se le richieste di Canary Capital o Bitwise venissero approvate dalla SEC, sarebbe il primo fondo spot XRP ad essere approvato dall'ente regolatore.
Tuttavia, è probabile che vi siano barriere significative all’approvazione, tra cui l’appello della SEC alla sua causa contro l’emittente XRP Ripple, in cui l’autorità di regolamentazione afferma che il token è un titolo non registrato e ha accusato la società di aver raccolto 1,3 miliardi di dollari offrendo XRP.
#USDConSui Il fondo eviterebbe di utilizzare prodotti derivati per monitorare il valore di XRP, affermando che ciò potrebbe esporre il proprio prodotto a "ulteriori rischi di controparte e di credito".