Coinspeaker Le normative sulle criptovalute in Giappone potrebbero ridurre le tasse del 35% e aprire le porte agli ETF

Il Giappone è pronto a riconsiderare le sue normative sulle criptovalute, una mossa che potrebbe abbassare significativamente le tasse sulle attività digitali e potenzialmente spianare la strada ai fondi nazionali che investono in token, secondo Bloomberg. La Financial Services Agency (FSA) è pronta a rivedere le norme sulle criptovalute della nazione nei prossimi mesi, chiedendosi se l'attuale quadro normativo del Payments Act protegga sufficientemente gli investitori.

Un funzionario della FSA, che ha richiesto l'anonimato per via delle linee guida istituzionali, ha dichiarato che l'agenzia valuterà se la regolamentazione delle criptovalute ai sensi del Payments Act sia ancora adeguata. Poiché i token sono utilizzati prevalentemente per investimenti piuttosto che per pagamenti, c'è un crescente consenso sul fatto che potrebbero essere classificati meglio ai sensi della legislazione sugli strumenti finanziari.

La riclassificazione potrebbe ridurre le tasse sulle criptovalute

La riclassificazione degli asset digitali tramite il Financial Instruments and Exchange Act potrebbe migliorare la protezione degli investitori e altri cambiamenti significativi. Yuya Hasegawa, analista di mercato presso il crypto exchange bitbank Inc, ha osservato che tale cambiamento si tradurrebbe in una riduzione del 35% della tassa sui guadagni in criptovaluta dall'attuale aliquota fino al 55% a circa il 20%, allineandola ad altri asset come le azioni.

"La riclassificazione porterebbe naturalmente a discussioni sull'introduzione di fondi negoziati in borsa contenenti token", ha aggiunto Hasegawa. Questa mossa potrebbe aprire le porte a ETF crittografici dedicati in Giappone, offrendo agli investitori un'esposizione più diversificata al mercato degli asset digitali.

Il funzionario della FSA ha rifiutato di fare ipotesi sui possibili risultati qualora la riclassificazione dovesse avvenire, sottolineando che non ci sono conclusioni predeterminate. Si prevede che la prossima revisione si estenderà per tutti i mesi invernali.

I dirigenti giapponesi del settore delle criptovalute hanno a lungo sostenuto normative meno severe per ridurre i costi operativi e stimolare la crescita. L'attuale contesto normativo è considerato rigido. In particolare, l'hacking del 2014 e il successivo fallimento di Mt. Gox, con sede a Tokyo, un tempo la più grande piattaforma di trading di Bitcoin al mondo, hanno evidenziato le vulnerabilità del sistema.

Inoltre, la piattaforma giapponese Coincheck Inc. ha subito una violazione da 530 milioni di dollari nel 2018, una delle più grandi della storia, spingendo gli enti regolatori a un ulteriore controllo. Tali eventi hanno sottolineato la necessità di misure di sicurezza robuste, ma hanno anche alimentato le richieste di regolamentazioni equilibrate che non soffochino l'innovazione.

Crescente interesse aziendale per la blockchain

In mezzo alle revisioni normative, le principali aziende giapponesi stanno esplorando sempre di più la tecnologia blockchain. Sony Group Corp., ad esempio, ha mostrato interesse nello sfruttare la blockchain per varie applicazioni, segnalando una più ampia accettazione delle tecnologie digitali nei settori tradizionali.

Mitsubishi UFJ Financial Group Inc (MUFG), la più grande banca giapponese, sta esaminando l'emissione di stablecoin, un tipo di token digitale progettato per mantenere un valore costante, in base alle leggi implementate nel 2023. Questa mossa indica un passo significativo verso l'integrazione del banking tradizionale con i servizi emergenti di asset digitali.

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