L'autorità di regolamentazione finanziaria giapponese, la FSA, ha lanciato piani per modificare le normative fiscali del paese. Le nuove normative potrebbero potenzialmente ridurre le tasse sulle criptovalute nel 2025.

Il 30 agosto, la Financial Services Agency ha presentato una richiesta di riforma fiscale in cui esprimeva la sua opinione sulle criptovalute, sostenendo che dovrebbero essere trattate come le attività finanziarie tradizionali.

La FSA ha scritto: "Per quanto riguarda il trattamento fiscale delle transazioni in criptovaluta, la criptovaluta dovrebbe essere trattata come un asset finanziario che dovrebbe essere un obiettivo di investimento per il pubblico. È necessario considerare questo problema dal punto di vista di se dovrebbe essere trattato come tale".

I sostenitori delle criptovalute premono per aliquote fiscali più basse e misure di sostegno

Prima della proposta della FSA, i sostenitori delle criptovalute avevano già condiviso i loro sentimenti sull'attuale codice fiscale, chiedendo costantemente revisioni per un bel po' di tempo. La Japan Blockchain Association, ad esempio, ha formalmente richiesto per la prima volta al governo tagli alle tasse sulle criptovalute nel lontano 2023.

Il 28 luglio 2023, il gruppo di pressione pro-cripto ha definito le tasse sulle criptovalute come il più grande ostacolo alle attività Web3 basate sulle criptovalute e ha persino suggerito delle modifiche che potrebbero essere apportate.

Quest'anno, il 19 luglio, l'associazione ha presentato un'altra richiesta di riforma fiscale per l'anno fiscale 2025, proponendo un'aliquota fiscale fissa del 20% per le criptovalute e una deduzione per il riporto delle perdite triennali. Hanno persino spinto per l'eliminazione delle tasse sullo scambio di criptovalute e per l'agevolazione fiscale sulle donazioni in criptovalute.

Il Giappone tassa i profitti delle criptovalute fino al 55%

Il governo giapponese considera qualsiasi guadagno in criptovaluta superiore a 200.000 yen giapponesi come "reddito vario", il che può comportare aliquote fiscali fino al 55%. Il paese tassa inoltre i profitti delle azioni crittografiche con una tassa fissa del 20%.

I trader di criptovalute pagheranno anche un'imposta del 10% sui guadagni dei loro profitti, portando le aliquote fiscali cumulative tra il 15% e il 55%.

Tuttavia, queste tasse non sono ancora state accolte con favore dagli exchange giapponesi, il che ha portato alcuni di loro a sottostimare i propri guadagni. Tuttavia, il governo giapponese ha notato questa tendenza persistente, promettendo sanzioni, multe e accuse penali per la mancata conformità alla dichiarazione delle imposte sulle criptovalute.

Il governo ha persino aumentato il numero di verifiche per trovare i colpevoli non conformi. Nel 2019, circa 50 individui e 30 aziende in Giappone sono stati scoperti a nascondere i loro profitti effettivi in ​​criptovaluta. Ha anche scoperto che due aziende trasferivano milioni di yen di valute virtuali sotto le mentite spoglie di "commissioni di consulenza", solo per restituire la maggior parte delle criptovalute al mittente. Le commissioni potrebbero quindi essere cancellate, deducendo l'importo dell'imposta sul reddito.