• Il presidente della Fed di New York Williams accenna a potenziali tagli dei tassi di interesse entro la fine dell’anno.

  • Il recente allentamento dell’inflazione alimenta le aspettative di tagli dei tassi, con un impatto sui mercati obbligazionari. 

  • La Fed si trova di fronte a un atto di bilanciamento tra il controllo dell’inflazione e la prevenzione del rallentamento economico.

Il presidente della Fed di New York, John Williams, ha indicato che la Federal Reserve potrebbe prendere in considerazione tagli dei tassi di interesse nei prossimi mesi, ma ha sottolineato che tale mossa non avverrà durante la prossima riunione della banca centrale di fine luglio.

Williams ha indicato i recenti dati sull’inflazione e l’allentamento delle condizioni del mercato del lavoro come passi positivi verso il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2% della Fed. Ha sottolineato questi segnali positivi, ma ha osservato che sono necessari più dati per garantire che l’inflazione si muova costantemente verso l’obiettivo del 2%.

Sebbene un taglio dei tassi sia improbabile alla riunione della Fed del 30-31 luglio, Williams ha indicato che la banca centrale potrebbe prendere in considerazione la possibilità di abbassare il tasso di interesse a breve termine durante la riunione di metà settembre se le tendenze attuali dovessero continuare. Ha affermato che la Fed “raccoglierà maggiori informazioni” tra luglio e settembre, suggerendo che i prossimi dati economici saranno cruciali nel guidare le decisioni della Fed.

I dati recenti, compreso l’indice dei prezzi al consumo di giugno, indicano un diffuso calo dell’inflazione. Williams ha respinto le preoccupazioni sulla sfida di ridurre l’inflazione da circa il 2,5% all’obiettivo del 2% della Fed. Ha sottolineato che vari indicatori di inflazione stanno tutti migliorando, dimostrando progressi costanti attraverso diversi indicatori.

I rapidi aumenti dei tassi di interesse da parte della Fed, partendo da livelli prossimi allo zero, nel 2022 sono stati attuati per combattere l’inflazione, che aveva raggiunto il massimo degli ultimi 40 anni. Il tasso dei fondi federali è ora intorno al 5,3%, il più alto da oltre 20 anni. Williams ha sottolineato che anche se i tassi venissero abbassati, sarebbero comunque abbastanza alti da limitare l’attività economica. Ha aggiunto che l'attuale politica restrittiva è appropriata.

Gli investitori obbligazionari, in risposta al recente rapporto sull’inflazione, hanno aumentato le loro aspettative per i tagli dei tassi, che hanno già iniziato a fornire un certo sollievo ai potenziali mutuatari. Ad esempio, il tasso medio dei mutui trentennali è sceso a circa il 6,84% questa settimana, in calo rispetto al 7,14% di inizio mese.

La Fed si trova ad affrontare un delicato equilibrio tra la riduzione dei tassi troppo lenta, rischiando un rallentamento più marcato delle assunzioni, e l’azione troppo rapida, che potrebbe consentire all’inflazione di stabilizzarsi al di sopra del suo obiettivo. Williams ha sottolineato l'importanza di raggiungere un equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro senza la necessità di interventi prolungati.

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