Il 16 luglio, Elon Musk ha annunciato che avrebbe spostato il quartier generale di X e SpaceX dalla California al Texas in risposta all’approvazione del disegno di legge AB1955 da parte del governatore Gavin Newsom, che ha criticato come anti-famiglia. Musk ha anche citato il clima normativo ostile della California come motivo del trasferimento. 

Secondo il miliardario, il quartier generale di X si sposterà ad Austin, in Texas, e il quartier generale di SpaceX si trasferirà a Starbase, in Texas.

Dopo il suo annuncio, Musk ha osservato che "ne aveva abbastanza di schivare bande di tossicodipendenti violenti solo per entrare e uscire dall'edificio" prima di commentare il disegno di legge, che secondo lui impedirebbe alle scuole di avvisare i genitori se il loro bambino fosse identificato come transgender.

"Ho chiarito al governatore Newsom circa un anno fa che leggi di questo tipo avrebbero costretto famiglie e aziende a lasciare la California per proteggere i propri figli".

California: ostile alle criptovalute?

Musk è stato un forte sostenitore delle criptovalute in passato, anche se la sua posizione sul mining di Bitcoin è cambiata nel 2021. La California ha uno dei climi normativi finanziari più severi negli Stati Uniti, che ha un impatto diretto sulle criptovalute. 

Nel 2023, Gavin Newsom ha firmato la "Legge sulle attività finanziarie digitali", che imponeva severi requisiti di rendicontazione e richiedeva a entità e individui di ottenere una licenza del Dipartimento per la protezione finanziaria e l'innovazione (DFPI) per condurre determinate attività crittografiche.

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Il disegno di legge, che entrerà in vigore nel 2025, impone inoltre a coloro che detengono la licenza di conservare i registri aziendali e i dati sensibili per cinque anni.

In precedenza, nel 2022, Newsom aveva rifiutato di firmare un disegno di legge simile, sostenendo che questo tentativo di regolamentare i mercati delle criptovalute non era riuscito a creare norme inderogabili che avrebbero tenuto il passo con l'evoluzione del panorama delle risorse digitali.

Più di recente, un giudice della California ha consentito che una causa che accusava Ripple di aver venduto titoli non registrati andasse avanti nonostante una precedente sentenza del giudice Analisa Torres, che stabiliva che le vendite secondarie di XRP (XRP) non costituivano vendite di titoli. La sentenza si basava sulla convinzione che i token XRP non soddisfano i criteri di sicurezza della Securities and Exchange Commission secondo il test di Howey.

L'approvazione del caso da parte del giudice Phyllis Hamilton lascerà alla giuria decidere se il CEO di Ripple Brad Garlinghouse abbia rilasciato "dichiarazioni fuorvianti" nel 2017 in merito alle sue convinzioni pubbliche nei confronti di XRP vendendo contemporaneamente alcune delle sue partecipazioni.

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