Oggi è stata rilasciata un'importante notizia riguardante il Bitcoin di Mt.Gox.

Secondo i dati di Arkham Intelligence, ci sono stati diversi movimenti di BTC dai portafogli dell’exchange giapponese fallito nel 2014. 

Mt. Gox ha trasferito 42.587k BTC all'indirizzo non contrassegnato: 18vjnB…HDct9b alle 14:49 UTC+8 di oggi, per un valore di circa 2,7 miliardi di dollari. https://t.co/1KlP2XxJ3C

— Wu Blockchain (@WuBlockchain) 16 luglio 2024

Il Bitcoin di Mt.Gox: ultime novità

Sugli indirizzi pubblici conosciuti di Mt.Gox si trovano quasi 142.000 BTC. 

Una piccola parte di questi è già stata ufficialmente restituita ad alcuni creditori, ma la maggioranza, a quanto pare, è ancora lì.

Mt.Gox non ha detto nulla di ufficiale riguardo ai movimenti di oggi, tanto che dalla pagina di Arkham Intelligence dedicata al monitoraggio dei suoi indirizzi pubblici conosciuti, sembrerebbero solo movimenti interni.

Dei 142.000 BTC che all'inizio del mese erano ancora sui portafogli di Mt.Gox, ora ce ne sono meno di 139.000. Pertanto, l’importo già distribuito ai creditori per ora è minimo. 

Nelle ultime 12 ore si sono però verificati tre grandi movimenti, tutti con importi compresi tra 44.500 e 48.600 BTC. 

Quindi in totale nelle ultime 12 ore praticamente tutti i BTC ancora in loro possesso sono stati spostati sui wallet di Mt.Gox. 

Secondo i dati di Arkham Intelligence, nessuno di questi è stato distribuito ai creditori o venduto, perché si tratterebbe solo di spostamenti interni da un indirizzo all'altro. 

La procedura fallimentare

Non va dimenticato che il controllo effettivo di quei BTC è detenuto dal curatore fallimentare Nobuaki Kobayashi. 

Mt.Gox all'inizio del 2014 era il principale exchange di Bitcoin al mondo, e quando fu costretto a chiudere possedeva più di 850.000 BTC. A causa di un furto causato da un hack, nel febbraio dello stesso anno l'azienda perse 750.000 BTC appartenenti ai suoi utenti, e circa 100.000 BTC propri. 

A quel punto è stata costretta a dichiarare fallimento ed è iniziata la procedura fallimentare. 

Successivamente è riuscito a trovare circa 200.000 BTC in un vecchio wallet non hackerato, e ha così avviato la procedura di rimborso parziale di Bitcoin ai suoi ex utenti. 

Questa procedura ha però tempi molto lunghi ed è di fatto gestita dal curatore fallimentare insieme al giudice giapponese che segue il caso. 

In teoria la procedura di rimborso dovrebbe concludersi entro il 31 ottobre di quest’anno. 

Il rimborso

Dovrebbe procedere in due fasi. 

Durante la prima fase, alcuni BTC vengono venduti per incassare fiat da restituire a quei creditori che hanno optato per il rimborso in fiat. Questa fase dovrebbe essere già iniziata, visto che i BTC in possesso dell’azienda sono diminuiti ultimamente.

Secondo i dati di Arkham Intelligence, sugli indirizzi pubblici conosciuti di Mt.Gox nel 2014 erano presenti 162.000 BTC, dopo la chiusura per bancarotta e il ritrovamento di 200.000 BTC sul vecchio wallet. Nell’aprile 2018 erano saliti a 166.000, mentre il mese successivo erano scesi da 162.000 a 142.000. Si presume quindi che una parte sia stata poi venduta per incassare in valute fiat. 

Non è chiaro, però, se il curatore fallimentare dovrà vendere più BTC per poter effettuare i rimborsi in fiat. Questo perché, ipotizzando una vendita nel maggio 2018 ad un prezzo medio di 8.500 dollari, allora avrebbero potuto incassare più di 200 milioni di dollari.

Una volta completata la fase di rimborso fiat, i BTC rimanenti verranno restituiti a quei creditori che hanno richiesto di ricevere il rimborso in Bitcoin, e non in valuta fiat. Considerato che, infatti, chi riceverà il rimborso in BTC incasserà un importo maggiore, a parità di credito, rispetto a chi ha optato per il pagamento in fiat, è possibile immaginare che molti abbiano scelto il pagamento in Bitcoin. 

Le conseguenze sul prezzo di BTC

Oggi, dopo la diffusione della notizia dello spostamento, il prezzo del Bitcoin è sceso. 

Nella notte era salito fino a circa 65.000 dollari, ma una volta raggiunto quel tetto ha segnato una sorta di rimbalzo inverso. 

Inizialmente, è sceso solo a $ 64.500. Tuttavia, con la diffusione delle notizie sui rimborsi di Mt.Gox, è sceso ulteriormente, prima sotto i 64.000 dollari, e poi anche sotto i 63.000 dollari.

Non si tratta però di un crollo, ma semplicemente di un ritorno ai valori che aveva prima del rialzo di ieri sera verso i 65.000 dollari.

Tuttavia, quando inizierà veramente la maggior parte della distribuzione di BTC ai creditori, è possibile che il prezzo subisca un altro calo. 

Da notare però che Mt.Gox non venderà i BTC, ma li restituirà ai creditori che potranno poi decidere se venderli o meno. Chi non vede quei BTC da più di 10 anni potrebbe anche decidere di tenerli, ad esempio, per altri 10 anni, visto che in quel periodo si sono apprezzati notevolmente. Nel febbraio 2014 un BTC valeva meno di 1.000 dollari. 

I tempi

Dato che una piccola parte dei rimborsi è già stata effettuata, e poiché probabilmente buona parte dei rimborsi in fiat sono stati erogati, l’ipotesi è che il rimborso dei restanti 139.000 BTC possa iniziare a breve. 

C'è tempo fino al 31 ottobre, ma sembra già tutto pronto. 

A dire il vero, però, nel corso di questi 10 anni i ritardi sono già stati così tanti che non è nemmeno improbabile che possano essercene altri. 

Inoltre, non è assolutamente certo che i creditori che, dopo aver ricevuto i BTC, decideranno di venderli, lo faranno immediatamente. Pertanto, è possibile che i tempi vengano leggermente allungati. Se non addirittura molto esteso nel caso in cui i BTC vengano ricevuti durante un periodo rialzista durante il quale chi li riceve potrebbe essere più propenso a trattenerli.

Vale la pena notare che nelle ultime settimane le autorità governative tedesche hanno venduto circa 50.000 BTC in poco meno di quattro settimane. Inoltre, il prezzo del Bitcoin è sceso da 64.000 dollari a meno di 54.000 dollari. Salvo però rimbalzare negli ultimi giorni per tornare praticamente a quota 64.000 dollari.