Corea del Sud tasse crypto

Secondo il quotidiano BlockBeats, il partito al potere in Corea del Sud sta valutando la possibilità di posticipare la tassa sulle criptovalute al 2028.

In questo modo, tutti i profitti, intesi come plusvalenze derivanti dal trading di asset digitali e da altre attività legate alle criptovalute, saranno esenti da tassazione per altri 3 anni.

La proposta di revisione fiscale arriva dopo altri 2 rinvii, avvenuti nel 2021 e nel 2023. Tutto ciò potrebbe favorire la crescita dei mercati in Corea del Sud, sostenendo lo sviluppo del settore crypto.

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

La Corea del Sud valuta di rinviare al 2028 il pagamento delle tasse sulle plusvalenze legate alle criptovalute

Il partito attualmente al potere in Corea del Sud, noto come “People’s Power Party”, ha recentemente proposto di rinviare il pagamento delle tasse sulle criptovalute.

Secondo un documento pubblicato sul sito “The National Assembly of the Republic of Korea”, l’intenzione è quella di posticipare l’evento a gennaio 2018.

In questo modo, l’attuazione dell’imposta sulle plusvalenze sulle criptovalute nel Paese verrebbe posticipata di 3 anni, dalla data di entrata in vigore attualmente fissata per gennaio 2025.

Come affermato dal principale partito della Corea del Sud, l’attuale sentimento nei confronti delle attività crittografiche si sta deteriorando ed è necessario porvi rimedio.

I rappresentanti politici ritengono che non sia il momento più opportuno per applicare questa legge fiscale. Nelle condizioni attuali, infatti, diversi investitori potrebbero decidere di abbandonare il mercato se la tassa dovesse essere presto applicata.

Vale la pena notare che il 19 febbraio, prima delle elezioni generali sudcoreane di aprile, il Partito popolare aveva promesso di ritardare l’implementazione delle tasse sulle criptovalute.

Nell’ambito dell’impegno della campagna elettorale, il gruppo aveva sostenuto che prima di addentrarsi nella tassazione, il Paese avrebbe dovuto creare un quadro crittografico proattivo.

Solo quando il quadro di base sarà completamente finalizzato potremo pensare alle tasse sulle plusvalenze. 

Secondo un rappresentante del partito, il tempo minimo per risolvere questo intoppo normativo è di almeno 2 anni.

Si attendono conferme su questa posizione politica entro la fine del mese, quando sarà probabilmente annunciata la revisione della legge fiscale

Ritardo di 7 anni dalla normativa originaria sulle tasse sulle criptovalute

Il primo piano per imporre un programma fiscale sulle criptovalute in Corea del Sud era inizialmente previsto per il 2021.

Il progetto fiscale originale, presentato durante l’amministrazione Moon Jae-in, era stato approvato dall’Assemblea nazionale sudcoreana con una scadenza fissata per l’ottobre dello stesso anno.

Come riportato dal “Korea Economic Daily”, a causa delle tensioni politiche, il governo del Paese aveva deciso all'epoca di rinviare l'emissione delle tasse.

Successivamente, a causa delle elezioni presidenziali del 2022, l’attuazione delle prime imposte sulle plusvalenze in Corea del Sud era stata fissata per gennaio 2023.

In ogni caso, sotto l’amministrazione di Yoon Suk-yeol la data è stata ulteriormente posticipata a gennaio 2025, adducendo preoccupazioni per gli interessi degli investitori.

Ora la proposta incentrata sul completamento delle tasse sulle criptovalute nel paese asiatico rischia di subire un ritardo di 7 anni complessivi rispetto al calendario iniziale.

La legge in questione punta a un’imposta del 20% sulle plusvalenze derivanti da attività crypto, se i profitti superano i 2,5 milioni di won, ovvero circa 1.800 dollari.

Questa soglia è molto più alta nel settore azionario, dove le tasse vengono pagate solo per profitti superiori a 50 milioni di won, corrispondenti a 36.000 dollari.

Nuovo sistema di monitoraggio delle attività crypto

In tutto questo, la riforma fiscale della Corea del Sud e la questione delle tasse sulle crypto, passando per nuovi sistemi di monitoraggio.

Come infatti riportato nella nuova legge “Virtual Asset User Protection Act”, il governo istituirà un’organizzazione per monitorare le attività crittografiche degli utenti del Paese.

In particolare, saranno sotto osservazione le attività degli scambi di criptovalute, con l'obiettivo di segnalare transazioni di natura “dubbia” legate al riciclaggio di denaro e all'evasione fiscale. 

Verranno inoltre prese di mira le operazioni commerciali scorrette portate avanti con token crittografici e i tentativi di manipolazione del mercato.

Questo approccio dovrebbe entrare in vigore alla fine di luglio e costituirà il primo passo di un percorso verso l’attuazione di una legge fiscale.

È chiaro infatti che prima di imporre un’aliquota fiscale sulle plusvalenze è necessario dotarsi di un organismo dedicato al monitoraggio fiscale.

Come riportato dal Servizio di vigilanza finanziaria della Corea del Sud (FSS), il Paese ha sviluppato un sistema che mira a separare le transazioni irregolari dalle altre.

Tuttavia, la collaborazione degli scambi centralizzati sarà essenziale per eliminare le attività sospette nel mercato delle criptovalute.

Nel dettaglio, al CEX sarebbe stato chiesto di creare un team dedicato a questo tipo di attività, seguendo le linee guida della FSS.

Come recentemente riportato dalla stessa Autorità di Vigilanza:

“Abbiamo confrontato i criteri per l’estrazione delle transazioni anomale e preparato modelli e indicatori metrici attraverso varie simulazioni. Prevediamo che questi filtreranno meticolosamente le transazioni anomale”.

La proposta della Corea del Sud potrebbe favorire la crescita del settore delle criptovalute nel paese

È chiaro che se la tassa sulle attività crypto in Corea del Sud verrà posticipata al 2028, il Paese avrà maggiori opportunità di crescita in questo settore.

Solitamente gli investitori, soprattutto quelli più avidi tipici del mondo crypto, sono alla continua ricerca di paradisi fiscali dove poter realizzare plusvalenze in tutta tranquillità.

Molti di questi potrebbero ottenere notevoli vantaggi economici astenendosi dal pagare le tasse sulle plusvalenze, soprattutto alla fine dell’attuale mercato rialzista.

Ciò spingerebbe unilateralmente lo sviluppo del settore crittografico per almeno altri 3 anni, sostenendo la crescita di un hub crittografico in Corea del Sud.

Seguendo questa logica, infatti, gli utili realizzati nell’anno in corso o nel 2025, potrebbero essere reinvestiti in infrastrutture digitali o reali sul territorio coreano.

D’altro canto, l’entrata in vigore delle tasse a partire da gennaio 2025 limiterebbe già da ora l’attività di compravendita di criptovalute.

Infatti, chiunque acquistasse un token adesso sentirebbe immediatamente il peso di una regolamentazione in arrivo sui potenziali profitti. 

In questo scenario, gli investitori potrebbero perdere interesse per questi mercati, spostandosi verso altri luoghi e verso altre attività meno tassabili.

Ricordiamo inoltre che le attività crypto sono per natura molto volatili e pericolose: questo dettaglio scoraggia gli investimenti soprattutto se non esiste una legge che ne favorisca l’esenzione fiscale.