Il recente incontro del Comitato di Basilea (2-3 luglio) si è concentrato sulle decisioni politiche chiave relative all’esposizione delle banche alle criptovalute. Queste decisioni fanno parte delle riforme di Basilea III in corso, una serie di normative avviate nel 2019 per rafforzare la resilienza delle banche dell’Unione europea attraverso una supervisione, pratiche di gestione del rischio e quadri normativi più rigorosi.

Una proposta per un quadro informativo completo per le partecipazioni in criptovalute delle banche è stata inizialmente presentata nel dicembre 2022 e aperta ai commenti pubblici nel maggio 2023. Questo quadro è stato rivisto e ora include modifiche mirate alla proposta originale, insieme ad aggiornamenti allo standard prudenziale per partecipazioni in stablecoin (criptovalute progettate per mantenere un prezzo stabile). La Banca dei regolamenti internazionali (BRI) ha annunciato che gli standard di informativa definitivi saranno pubblicati più avanti nel mese di luglio.

Questa maggiore trasparenza attraverso la divulgazione obbligatoria ha lo scopo di avvantaggiare il mercato in due modi: in primo luogo, fornendo un quadro più chiaro del coinvolgimento delle banche nel settore delle criptovalute e, in secondo luogo, incoraggiando pratiche responsabili all’interno dello stesso settore delle criptovalute.

Il Comitato di Basilea considera attivamente la questione dell’esposizione alle criptovalute delle banche dal 2019. Inizialmente, una proposta del 2021 suggeriva di classificare le criptovalute come attività del “Gruppo 2” ad alto rischio, attraendo un elevato peso del 1.250%. Ciò avrebbe sostanzialmente incaricato le banche di detenere riserve di capitale equivalenti all’intero valore delle loro partecipazioni in criptovalute. Inoltre, le partecipazioni del Gruppo 2 erano limitate a solo l’1% del totale delle partecipazioni del “Gruppo 1” di una banca (considerato a basso rischio).

Le stablecoin, invece, hanno ricevuto una classificazione iniziale più permissiva come “Gruppo 1b”, senza dover sostenere requisiti patrimoniali aggiuntivi oltre a quelli previsti per gli asset tipici del Gruppo 1. Tuttavia, le stablecoin ritenute dotate di meccanismi di stabilizzazione inadeguati sono state soggette alle normative più severe del Gruppo 2. Questa proposta iniziale ha subito notevoli respingimenti da parte del settore delle criptovalute.

Nel dicembre 2022, il comitato ha proposto ulteriori misure, tra cui l’impostazione di un limite massimo di scadenza per le attività di riserva delle banche e la richiesta di un’eccessiva garanzia delle partecipazioni in stablecoin per mitigare i potenziali rischi associati al depegging dei prezzi (una situazione in cui una stablecoin perde il suo ancoraggio a una valuta fiat).

Oltre agli standard di Basilea, il comitato ha anche riconosciuto le implicazioni normative delle banche che emettono le proprie stablecoin. Pur riconoscendo che gli attuali quadri di Basilea affrontano in generale questi rischi, il comitato si è impegnato a continuare a monitorare gli sviluppi in questo settore.

Ritardata l’attuazione di Basilea III

In una decisione separata, l’implementazione degli standard rivisti di Basilea III è stata posticipata dalla data obiettivo iniziale del 1° gennaio 2025 al 1° gennaio 2026. Questo ritardo concede alle banche più tempo per adattarsi e conformarsi alle nuove normative.

È importante notare che il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria, sebbene ospitato e supportato dalla BRI, opera sotto la governance e la guida delle banche centrali dei paesi del Gruppo dei 10 (G10). Queste recenti decisioni politiche rappresentano un passo significativo verso la creazione di un quadro normativo più completo e incentrato sul rischio per il coinvolgimento delle banche nel panorama delle criptovalute.