Polkadot paure crypto news

Recentemente si sono diffusi diversi timori a causa di una notizia riguardante l’ecosistema crypto Polkadot. 

In realtà non si trattava di una vera e propria notizia, ma di un'informazione contenuta nell'ultimo Polkadot Treasury Report.

Notizie cripto: il tesoro di Polkadot e le paure generate dal rapporto

L'informazione che ha suscitato qualche timore riguarda il patrimonio detenuto dal tesoro di Polkadot, per un valore totale di circa 245 milioni di dollari.

Secondo alcune stime, infatti, questi fondi potrebbero essere sufficienti solo per altri due anni, se le spese restassero quelle attuali.

Il Rapporto del Tesoro Polkadot della prima metà del 2024 mostra per la prima volta l’intero ammontare delle attività sotto il controllo del Tesoro.

Questi fondi includono non solo DOT, ma anche USDT e USDC e sono detenuti su tre diverse catene. 

Non è stato quindi facile ricostruirlo dall’esterno, tanto che gli stessi autori del rapporto definiscono il tesoro di Polkadot “complesso e di difficile comprensione”. Il rapporto si propone quindi di far conoscere a tutti queste informazioni. 

Si tratta di un report creato per la prima volta cercando di avvicinarsi alle tradizionali pratiche di rendicontazione contabile, mentre quelle precedenti si concentravano solo sulle spese dirette. La presente relazione, infatti, è accompagnata anche da un vero e proprio stato patrimoniale.

Le attività detenute dal Tesoro

Al 30 giugno 2024, il tesoro di Polkadot gestiva un patrimonio di 245 milioni di dollari, di cui 188 milioni liquidi.

Di queste riserve, otto milioni di dollari sono sotto forma di stablecoin USDT e USDC, a cui si aggiungono ulteriori 2,5 milioni di DOT (circa 16 milioni di dollari) destinati all'acquisizione continua di altri token stablecoin.

Nella prima metà del 2024, il Tesoro ha speso 87 milioni di dollari, di cui il 13% proviene da organi esecutivi (premi e collettivi).

Ad un certo punto del rapporto scrivono: 

“Al tasso di spesa attuale, il Tesoro ha un margine di manovra di circa 2 anni, anche se la natura volatile dei titoli del Tesoro denominati in criptovalute rende difficile fare previsioni con certezza. Ciò ha innescato discussioni che vanno da un approccio di bilancio più rigoroso a una modifica dei parametri di inflazione del sistema”.

I timori della community per le ultime novità crypto su Polkadot

Il problema è che 2 anni di margine potrebbero essere un tempo troppo limitato per l’evoluzione del progetto crypto di Polkadot, se non addirittura per la sua stessa sopravvivenza. 

Polkadot infatti non ha ancora avuto quel grande boom che hanno avuto altri progetti crypto e che potrebbe permettergli di attrarre milioni di utenti e quindi tante potenziali fonti di guadagno.

A quel punto il timore, evidenziato nello stesso rapporto, è che i gestori del progetto Polkadot possano essere costretti ad aumentare l’inflazione della massa monetaria di DOT per cercare di sopperire ad un’eventuale mancanza di fondi. 

Il progetto allo stato attuale spende troppo e guadagna troppo poco, quindi alla lunga non è sostenibile se non cambia qualcosa. 

Il cambiamento più semplice da apportare sarebbe quello di aumentare l’inflazione dell’offerta di moneta, cioè emettere più DOT. 

L'inflazione del DOT

Attualmente, il tasso di inflazione della fornitura circolante di DOT è del 10% annuo.

Basti pensare che per Bitcoin da quest’anno è sceso sotto l’1%, mentre per Ethereum dovrebbe essere prossimo allo zero.

Il fatto è che la continua emissione di nuovi DOT tende ad aumentare la pressione di vendita sui mercati crypto, o comunque a mantenerla elevata senza possibilità che venga significativamente ridotta. 

Se la comunità fosse costretta ad accettare un ulteriore aumento dell'inflazione, ci si aspetterebbe un peggioramento dell'andamento del valore di mercato del DOT a lungo termine. 

Il prezzo del DOT

DOT, ovvero la criptovaluta nativa dell’ecosistema Polkadot, è scivolata alla 14esima posizione assoluta tra quelle a più alta capitalizzazione di mercato, superata anche da Shiba Inu. 

Anche nel corso del 2024 il prezzo di DOT finora ha perso il 22%, mentre ad esempio BTC è al +48% ed ETH al +50%.

Tra le prime 20 crypto per capitalizzazione di mercato, DOT da questo punto di vista fa peggio solo di MATIC (-41%), Cardano (-30%) e Avalanche (-27%). 

In totale, escludendo le stablecoin, ci sono solo sei criptovalute tra le prime venti che si trovano attualmente in territorio ribassista rispetto alla fine del 2023. 

Inoltre, il DOT è ancora a -88% dai massimi del 2021, e questo dato appare particolarmente preoccupante alla luce di quanto emerso nel rapporto del Tesoro. 

Sebbene da ottobre 2023, che è stato il fondo dell'ultimo mercato ribassista per DOT, fino a metà marzo 2024 avesse registrato un significativo +230% di prezzo, a partire da aprile è entrato in una fase di profonda correzione che lo ha riportato solo a +77% dal fondo. 

Il prezzo attuale è addirittura inferiore a quello di novembre 2022, e questo suona come un potente campanello d’allarme.

Il futuro

Il problema dovrebbe essere proprio l'alto tasso di inflazione, che oltretutto non può essere ridotto perché necessario per finanziare lo sviluppo del progetto. 

L'ipotesi, infatti, è che nei prossimi anni potrebbe addirittura essere necessario discutere se aumentare ulteriormente questo tasso di inflazione, creando così ancora più problemi al prezzo del DOT. 

Dal punto di vista tecnologico il progetto Polkadot continua ad andare avanti, ma dal punto di vista finanziario soffre molto, e soffre ormai da tempo. 

Inoltre non ha un ecosistema DeFi nemmeno minimamente interessante, visto che ha un TVL di soli 70.000 dollari.

In assenza di DeFi, e con un marketing lento e inefficace, è davvero molto difficile immaginare che il prezzo del DOT possa riprendersi, con un’inflazione così elevata da non poter essere effettivamente ridotta. 

Quindi, dal punto di vista tecnologico Polkadot potrebbe avere un futuro, ma dal punto di vista finanziario si possono sollevare molti dubbi sulla stabilità della sua criptovaluta DOT.